Nel mercato statunitense le vendite di nuovi appartamenti sono sempre più basse.
Gli acquisti di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo, nel corso del mese di agosto, hanno prodotto un volume annualizzato di transazioni pari a 288 mila unità, rendendo il mese in questione il secondo periodo più negativo nella storia delle compravendite di nuove case, dal 1963.
Sulle determinanti che stanno maggiormente influenzando, in termini negativi, l’attuale scenario, vi sono pochi dubbi. Secondo Eric Green, un’economista alla TD Secutiries di New York, “la disoccupazione è troppo elevata e la fiducia del mercato è bassa”, rendendo così vane le aspettative di una ripresa nel breve termine di tale segmento dell’immobiliare statunitense.
In calo anche il prezzo medio al quale vengono concluse le trattative: il valore commerciale è infatti diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al mese di agosto 2009, per una cifra vicina ai 204.700 dollari, pari al più basso livello da quasi sette anni a questa parte (dicembre 2003).
Gli acquisti di nuove case sono diminuiti inoltre in due delle quattro macroregioni in cui è suddiviso il mercato immobiliare statunitense. In particolar modo, si è registrata una contrazione dell’11% nel Sud (la regione più grande e significativa), e addirittura del 26% nel Midwest.
Le vendite sono invece cresciute del 54% ad Ovest e del 17% nel NordEst.
Proseguendo con questo ritmo di vendita, infine, le case presenti sul mercato basteranno per soddisfare la domanda dei prossimi 8,6 mesi, contro gli 8,7 mesi riscontrati nel precedente giugno.
A finire sul mercato nel corso del mese di agosto sono state 206 mila nuovi appartamenti, per il livello più basso dall’agosto del 1968.