Con il termine cohousing si fa riferimento a degli insediamenti abitativi, in genere dei piccoli quartieri o delle aree residenziali, nei quali è prevista la condivisione di spazi e servizi.
I cohousers, gli abitanti di queste aree, sono persone che hanno deciso di andare ad abitare lì previa conoscenza di quelli che sarebbero stati i loro vicini di casa. Il cohousing trova infatti il suo fondamento ideale nella solidarietà presente all’interno della comunità cittadini dei paesi e deo piccoli centri italiani.
Oltre a questo riferimento ideale, nel cohousing si condividono e quindi si gestiscono congiuntamente una serie di spazi all’aperto e al chiuso. Lavanderie, ampie cucine, foresteria, garage-laboratori, sale gioco per bambini, palestre, biblioteche, piscine, solarium, aree verdi, internet-cafè e molto altro.
Come dicevamo, insieme agli spazi i cohousers condividono, o meglio si scambiano, servizi. Ognuno è chiamato a dare la disponibilità su un’area di particolare interesse. C’è chi si occupa di baby-sitting, chi fa piccoli lavoretti di idraulica e falegnameria, chi si occupa delle piante da fiore e chi magari gestisce gli orti comuni, aree destinate alla coltivazione di piante aromatiche, odori e ortaggi di consumo.
Il principio è quello della Banca del Tempo. Nessuno paga nessuno all’interno della comunità dei cohousers. Il valore di scambio è il tempo, se ne riceve quanto se ne dà.
Il numero ideale di famiglie che possono dare vita ad una comunità di cohousing è compreso tra 20 e 40. Prima di andare ad abitare insieme le persone si conoscono e, sotto la guida del soggetto proponente (in genere anche incaricato dela risistemazione edilizia dell’area o della costruzione ex-novo), accettano la reciproca partecipazione.
Chi compra una casa in un insediamento di cohousing è tenuto ad abitarci. Non esiste il concetto di seconda casa o di affitto. L’investimento lo si fa per se stessi, per vivere in un’area verde, tecnologicamente avanzata dal punto di vista energetico, avendo grossi risparmi sui consumi e molte facilitazioni nella vita quotidiana.
In genere il cohousing si adatta quindi ad ambienti al di fuori delle città, dove la mancanza di spazi e il ritmo vertiginoso della vita ne impedirebbero il successo. Nei prossimi giorni vedremo qualche esempio di comunità di cohousers italiane.
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