Stati Uniti, per Mortgage Bankers la situazione del mercato immobiliare non migliorerà fino al 2011.
Poche e cattive notizie per il mercato immobiliare statunitense. Pochi giorni fa sono infatti stati pubblicati i dati relativi alla costruzione di nuove abitazioni: l’agenzia governativa sostiene che le case prodotte dall’industria delle costruzioni sono diminuite dello 0,5%, per un numero in termini assoluti che si attesta intorno alle 590 mila unità, e per un dato sicuramente sotto le attese degli analisti.
A non risultare particolarmente incoraggianti sono inoltre i prezzi alla produzione. L’Agenzia ci segnala come il calo di settembre sia stato pari allo 0,6%: un bel passo indietro se si pensa che le stime – solitamente abbastanza attendibili – scommettevano su un decremento dei valori immobiliari intorno allo 0,3%.
Come se non bastasse, quasi contemporaneamente sono state pubblicate le ultime considerazioni del Mortgage Bankers.
Stando alla società di consulenza, i pignoramenti continueranno a crescere lungo il corso delle ultime settimane del 2009, e almeno per la prima metà del prossimo anno; insieme alla crescita di questo dato, a crescere sarà anche il tasso di disoccupazione, che supererà senza ombra di dubbio la doppia cifra nel primo trimestre dell’anno, per poi assestarsi intorno al 10,2% – 10,5% entro la fine del secondo trimestre del 2010.
Quasi fosse una naturale conseguenza, Mortgage Bankers sostiene che le operazioni di mutui immobiliari si fermeranno a 1,56 trilioni di dollari durante il 2010, con calo su base annua pari al 21% rispetto a quanto previsto per il 2009 (1,96 trilioni di dollari, probabilmente da rivedere al ribasso).
Ma se il 2010 sarà così negativo, cosa ci attende per il 2011? Le analisi iniziano a spingersi anche all’arco temporale biennale, sostenendo che – probabilmente – tra 18 mesi la situazione del mercato immobiliare locale tenderà a migliorare. Una magra considerazione per l’industria e gli operatori del settore delle costruzioni, che dovranno sperare in un miglioramento delle variabili legate, soprattutto, al mercato del lavoro.