La Banca centrale cinese incrementa il costo del denaro di 0,25 punti percentuali.
La Banca Centrale cinese lo ha fatto ancora. Per la seconda volta dal 19 ottobre, l’istituzione monetaria del gigantesco Paese asiatico ha fatto sapere di aver incrementare il costo del denaro, con conseguenze che andranno ad avere riflessi diretti sia sui prestiti immobiliari che sui depositi.
Il 19 ottobre scorso, ricordiamo, la Banca Centrale decise di interrompere un silenzio durato quasi un triennio (almeno, per ciò che concerne i tassi ufficiali di riferimento), andando ad incrementare i tassi dello 0,25%; decisione ora replicata, con un apprezzamento del costo del denaro di mezzo punto percentuale (complessivo) da tre mesi a questa parte.
L’obiettivo della Banca cinese è piuttosto semplice: giocare il proprio ruolo nel difficile gioco di contrasto alla speculazione immobiliare, con l’istituzione monetaria e il governo impegnati a ridurre i pericoli di formazione di una bolla di settore all’interno del Paese orientale.
Se questo incremento dei tassi possa bastare, la risposta ci pare essere abbastanza negativa. Più convincenti sembrano essere le mosse del governo, che sta cercando di fronteggiare gli atteggiamenti speculativi con delle iniziative piuttosto importanti, soprattutto nel periodo più recente.
L’incremento dei tassi da parte dell’istituzione monetaria lancia tuttavia un segnale piuttosto chiaro al mercato: la Banca non ci sta a vedere il mercato immobiliare in balia delle onde, e ha deciso di scendere in campo per frenare la crescita dell’inflazione e l’aumento dei prezzi. Ulteriori scelte monetarie in tal senso potrebbero essere replicate nei prossimi mesi.