Il New York Times ci dice che i tassi nel 2011 non scenderanno più. E noi siamo tentati di credergli!
Il New York Times è intervenuto recentemente su un argomento piuttosto caro a potenziali compratori di case, banche americane e debitori alle prese con una possibile operazione di rifinanziamento di un precedente mutuo erogato da altri istituti di credito nello stesso Paese nordamericano.
Il prestigioso quotidiano statunitense ha infatti affermato che quello riscontrato l’11 novembre è il tasso di interesse sui mutui a 30 anni più basso mai riscontrato dal Secondo conflitto mondiale ad oggi (anche se Freddie Mac torna indietro – con i suoi dati ufficiali – solo agli anni ’70), e che da quel punto minimo non si può far altro che partire al rialzo.
I primi effetti di tali valutazioni si sono già visti nel corso degli ultimi due mesi, con ben cinque rialzi consecutivi dei tassi di interesse, fino a toccare il 4,83%, oggetto di monitoraggio durante la seconda settimana del mese di dicembre.
Quali saranno le conseguenze di questo incremento che sembra esser destinato a prolungarsi per l’intero 2011? Un primo effetto si avrà sulle richieste di mutui per acquisto casa, che probabilmente subiranno qualche pressione al ribasso – pur, almeno per il momento, di lieve entità.
Più grave sarà invece l’effetto sulle richieste di rifinanziamenti, elemento che fino a poco tempo fa consentiva alle banche americane di guardare alle proprie erogazioni con minore preoccupazione: sostituire il mutuo dovrebbe tuttavia diventare più caro e, di conseguenza, meno conveniente, scoraggiando i debitori a rinegoziare i propri prestiti.