Negli Stati Uniti le erogazioni di finanziamenti immobiliari subiscono ancora un calo, per la quarta settimana consecutiva.
Il numero dei mutui concessi negli Stati Uniti è calato ancora, durante la settimana terminata il 24 settembre (alla quale possiamo riferirci per dati consuntivi): l’indice MBA è infatti retrocesso di 0,8 punti percentuali, per il livello più basso degli ultimi due mesi, e per la quarta contrazione settimanale consecutiva registrata dall’istituto di monitoraggio.
A trascinare al ribasso il valore dell’indice sono stati soprattutto i rifinanziamenti, che nonostante un buon livello dei tassi di interesse – oramai su soglie prossime ai record storici – hanno subito un arresto a causa del basso valore delle proprietà immobiliari, che rendono difficoltosa tale transazione di sostituzione del mutuo.
A ciò occorre aggiungere un tasso di disoccupazione che sta tornando sui livelli massimi degli ultimi 26 anni, e che sta producendo persistenti conseguenze negative sullo scenario occupazionale con – tra gli altri – riflessi sul volume dei pignoramenti e sui prezzi delle case.
In virtù di quanto sopra, non sorprende più di tanto riscontrare un calo dei rifinanziamenti nella misura dell’1,6%. Sono invece cresciuti di 2,4 punti percentuali i mutui per acquisto, in incremento piuttosto consistente per la prima volta dall’inizio del mese di settembre.
Per quanto riguarda invece i costi sui mutui, si riscontra un calo dei tassi fissi medi sui finanziamenti a 30 anni al 4,38%. Con l’attuale soglia di onerosità, per un mutuo di 100 mila dollari a 30 anni la rata è scesa a 499,58 dollari, 34 dollari in meno di un anno fa, quando il tasso era al 4,94%.