In vista dell’approvazione della nuova manovra finanziaria in Parlamento, il Governo, mantenendo i saldi invariati, potrebbe inserire un massiccio piano di dismissione di immobili pubblici, partendo dalle caserme e passando per quegli immobili che, rientranti nel perimetro delle Amministrazioni Pubbliche, non vengono più utilizzati. Ancora non è chiaro se con l’eventuale dismissione del patrimonio pubblico il Governo intenda fare cassa e basta, oppure destinare le risorse alla riduzione del debito pubblico. In ogni caso secondo la Cgil una soluzione del genere non può che passare attraverso la risoluzione nel nostro Paese dei problemi legati all’emergenza abitativa. D’altronde negli ultimi tre anni in Italia sono aumentate sia le famiglie che non riescono a pagare i mutui, con conseguenti pignoramenti delle case acquistate, sia quelle che fanno fatica a fine mese a pagare l’affitto; e nei casi più gravi si arriva purtroppo anche allo sfratto esecutivo.
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Tasse, casa e manovra: serve un grande Patto per l’Abitare
Servirebbero nel nostro Paese misure, azioni e provvedimenti incisivi a sostegno delle famiglie che hanno da far fronte sempre di più a costi che vanno oltre la soglia critica dell’equilibrio economico e finanziario. Sono in aumento infatti le famiglie che tra tasse, tributi e balzelli, non riescono più a far fronte alle spese obbligate, con la conseguenza che ci sono spesso da pagare canoni e bollette arretrate con tutto quel che ne consegue. Da questo punto di vista uno dei problemi da affrontare è quello relativo alla casa, non solo per chi l’ha acquistata con un mutuo, ma anche e soprattutto per chi in una casa ci vive pagando l’affitto. Non aiuta di certo da questo punto di vista il taglio ripetuto e persistente dei Fondi statali per il sostegno ai pagamenti del canone di locazione da parte delle famiglie in difficoltà.
Casa popolare: 600 mila famiglie in lista d’attesa
Sono ben 600 mila le domande di accesso alla casa popolare, da parte di famiglie che in Italia ne hanno diritto, che giacciono inevase. A ricordarlo è stata Laura Mariani, responsabile dell’ufficio politiche abitative della Cgil Nazionale, dopo che l’attuale Governo, con l’approvazione della manovra triennale, è sostanzialmente tornato alla carica inserendo opportune norme finalizzate ad agevolare la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, quello ex Iacp. Secondo la Cgil ed il Sunia, il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, quella del Governo è una scelta sbagliata visto che proprio lo Stato, specie in questa fase di grande disagio abitativo, dovrebbe farsi carico di questa emergenza agendo dal fronte dell’offerta abitativa di case popolari.
Casa giovani: Cgil, una generazione da milleuristi
Nell’ambito di un Rapporto sull’abitare a cura del Sindacato della Cgil e del Sunia, il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, è emerso come nel nostro Paese ci siano ben sette milioni di giovani che vivono a casa con i genitori, non sempre per scelta ed anzi spesso per necessità a causa della loro condizione lavorativa instabile. Trattasi, nello specifico, di sette milioni di giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, con quattro su dieci che hanno oltre 25 anni. Uno su due di questi “mammoni” è rigorosamente disoccupato, mentre l’altro 50% è occupato ma altrettanto rigorosamente è precario. Al riguardo emerge come questi giovani occupati e senza un contratto stabile rientrino nella cosiddetta categoria dei “milleuristi” e, si mette in risalto nel Rapporto Sunia-Cgil, sono quelli che hanno assorbito quello che è stato il costo della crisi economica e finanziaria.
Casa in affitto: in Italia prezzi alle stelle
Allo stato attuale, dopo un paio di decenni di boom, il settore immobiliare in Italia sta ancora attraversando una fase di crisi che ha fatto emergere in maniera dirompente la questione abitativa. Secondo quanto emerge da un Rapporto della CGIL, nel nostro Paese la crisi dell’immobiliare è da spiegarsi con fattori esterni, legati alla crisi finanziaria ed economica, ma anche a fattori interni che hanno portato ad un forte ribasso delle compravendite a fronte di prezzi degli affitti stellari, e prezzi degli immobili messi in vendita che sono ancora troppo alti per poter incontrare la domanda. I prezzi, sia per l’affitto, sia per le compravendite, rimarca il più grande Sindacato italiano, sono per molti inaccessibili anche perché, nel frattempo, i redditi si sono mantenuti bassi. Come diretta conseguenza, rispetto al passato, a fronte di un progressivo impoverimento le famiglie si spostano sempre più spesso fuori dalle città dove i prezzi degli affitti, e quelli per acquistare gli immobili, tendono ad essere più congrui con il reddito.