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Immobili Milano: prezzi stabili, tempi compravendita più lunghi

 Nella seconda metà dello scorso anno i prezzi delle case a Milano sono rimasti sostanzialmente stabili in città, con una lieve crescita al Centro ed un calo altrettanto moderato in periferia. Pur tuttavia, a fronte di quotazioni che hanno retto alla difficile congiuntura i tempi medi per le compravendite si sono dilatati fino a superare i sei mesi, con la conseguenza che nei dodici mesi del 2009 c’è stato in città un calo delle compravendite del 15%. Questi, in sintesi, sono i dati salienti emersi dalla “Rilevazione dei prezzi degli immobili sulla piazza di Milano” relativamente al secondo semestre dello scorso anno; trattasi, nello specifico, di un Rapporto, giunto alla sua 36-esima edizione, realizzato, attraverso l’azienda speciale Borsa Immobiliare, dalla Camera di Commercio di Milano avvalendosi della collaborazione degli Agenti d’Affari in Mediazione della FIMAA Milano.

I prezzi delle case nel Regno Unito superano l’inflazione

I prezzi delle case oltremanica hanno battuto l’inflazione negli ultimi 50 anni, secondo un nuovo studio condotto da Halifax, uno dei maggiori istituti di credito e finanziamento del Regno Unito. Ritoccati a causa  dell’inflazione, i prezzi delle case sono aumentati del 273% tra il 1959 e il 2009, un aumento medio del 2,7 per cento annuo.

Un lasso di tempo molto lungo che ci pone di fronte a una crescita fortemente irregolare, che ha proceduto a balzi. Il decennio appena trascorso, quello che va dal 1999 al 2009 è stato uno di qulli dove si è verificata una crescita più consistente, addirittura del al 5 per cento.

Scende il prezzo del mattone nel 2010, secondo Tecnocasa

 Il 2009 è appena terminato e si prova a fare un bilancio. Da una parte il mercato immobiliare è stato dominato dall’incertezza, dall’altra si è comunque assistito a numerosi segnali di ripresi che si sono manifestati con un aumento della richiesta di abitazioni, sia per uso domestico, sia come investimento. La crisi finanziaria ha infatti indotto molti risparmiatori a tornare a rivolgersi al mattone quale unico investimento relativamente sicuro.

Ma adesso che il 2010 è iniziato molti analisti cominciano a parlare delle tendenze del nuovo anno. Secondo il gruppo Tecnocasa, leader nel franchising immobiliaare, non ci saranno grossi cambiamenti rispetto al 2009. Si assisterà ancora a un calo dei prezzi, che ‘frenano’ in qualche modo la caduta in picchiata. L’oscillazione entro cui diminuiranno i prezzi delle case dovrebbe essere conenuta tra -3% e -1%. La previsione totale delle compravendite in Italia è di circa 600.000 abitazioni.

Stati Uniti, prezzi del commerciale ai minimi dal 2002

Stando a una periodica ricerca condotta da una delle principali società di consulenza del settore, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso commerciale negli Stati Uniti avrebbero continuato la loro corsa al ribasso anche durante il mese di ottobre: il passo indietro conseguito nel decimo periodo del 2009 ha di fatto retrocesso lo stato di salute del mercato immobiliare commerciale americano ai livelli peggiori dal mese di agosto del 2002.

L’indice Moody’s / Real Commercial Property è infatti diminuito dell’1,5% ad ottobre rispetto a settembre, per i valori minimi da oltre sette anni. I prezzi delle proprietà immobiliari commerciali sono inferiori del 36% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e sono inferiori del 44% rispetto al picco massimo raggiunto ad ottobre del 2007, come confermato in un comunicato stampa da Moody’s Investor Service.

Come sostenuto da Jones Lang LaSalle, questo nuovo calo nei prezzi delle proprietà immobiliari commerciali dell’area statunitense sembra potersi ricollegare principalmente al taglio della domanda dovuto a un calo dei consumi e degli investimenti privati e aziendali.

Immobiliare, nuovo sguardo verso l’Europa dell’Est

Torniamo a occuparci, a distanza di poche settimane, dell’andamento di alcuni mercati immobiliari nella parte centro – orientale del vecchio Continente. Parliamo oggi di diverse caratteristiche si stanno delineando in Bulgaria e in Ungheria, Paesi che – nonostante le buone prospettive – non hanno certamente evitato l’impatto più negativo di questa crisi.

In particolar modo, la Bulgaria è ancora oggi tra i Paesi che hanno subito il più grave decremento nei valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel terzo trimestre. Il report pubblicato da Knight Frank, infatti, dimostra che la contrazione dei prezzi in Bulgaria sarebbe pari addirittura al 28% su base annua: un valore fortemente in flessione, la cui diminuzione è ancora più significativa se la si confronta con la prestazione degli Stati Uniti (- 9,4%) e quella della Russia (- 9,10%).

La Bulgaria si candida pertanto come una delle potenziali maglie nere del Continente e del mondo intero. A livello globale, in proposito, i prezzi delle proprietà residenziali sono aumentati del 68% dei casi nel trimestre considerato, ma dimostrano ancora un decremento su base annua nel 57%, con Israele miglior performer con un incremento del 13,7% rispetto al 2008.

Regno Unito, prezzi di novembre in rialzo dell’1,4%

Halifax ha annunciato in un report pubblicato pochi giorni fa che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nell’intera area del Regno Unito hanno subito un incremento più che doppio rispetto a quello atteso dagli economisti, a causa di un’improvvisa impennata della domanda al di là dell’attuale livello dell’offerta di settore.

I prezzi sono così cresciuti dell’1,4% per una media di valore pari a 167.664 sterline (circa 274 mila dollari) dopo un incremento dell’1,2% riscontrato nel mese di ottobre, e dichiarato ancora una volta dalla società, divisione del Lloyds Banking Group Plc.

Per rendersi conto di quanto massiccia possa essere la crescita dei prezzi nel mese recentemente conclusosi, basti pensare che gli economisti di Bloomberg avevano stimato un incremento nell’ordine dello 0,6%, incremento che – come si ha già avuto modo di preannunciare – è stato più che bissato dalla reale performance del mercato locale.

Piano casa: c’è anche il Friuli Venezia Giulia

 Anche nella Regione Friuli Venezia Giulia è ufficialmente entrata in vigore la Legge sul “piano casa“; a renderlo noto ed a metterlo in evidenza è l’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, la quale sottolinea in particolare come le norme, contenute nel Codice regionale sull’edilizia, non possano essere oggetto di alcuna limitazione da parte dei Comuni.

Questo in pratica significa che, ai fini del rilascio del titolo abitativo per gli interventi di ampliamento, demolizione e contestuale ricostruzione degli edifici, è possibile procedere da subito con la presentazione delle domande al fine di realizzare le opere.

Piano casa: Roma, grandi progetti

 A Roma la Giunta della Capitale ha approvato il “piano casa”, che consta di tutta una serie di progetti alquanto ambiziosi che, in prevalenza, andranno a coprire a 360 gradi la domanda abitativa delle fasce più deboli della popolazione romana.

L’approvazione del piano, facendo riferimento ai dati più recenti forniti dal Cresme, che rileva una richiesta pari ad oltre 46 mila alloggi, apre le porte alla messa in cantiere di quasi 26 mila case che saranno costruite, ed a tutta una serie di verifiche periodiche sullo stato di attuazione del piano stesso.

Piano Casa: Regione Lazio, il punto della situazione

 Nella Regione Lazio il “piano casa” ha valenza non solo per il rilancio dell’edilizia e dell’economia regionale, ma anche finalità sociali ed a sostegno del disagio abitativo; al riguardo, infatti, l’Assessore alle Politiche della Casa della Regione Lazio, Mario Di Carlo, ha messo in evidenza come un quinto della superficie fondiaria che è interessata e sarà interessata agli ampliamenti, resterà di proprietà ai Comuni che potranno sfruttare il suolo per realizzare alloggi ad edilizia agevolata e case popolari.

L’Assessore, intervenuto nei giorni scorsi all’ExpoEdilizia, ha infatti dichiarato che l’obiettivo primario del “piano casa” è quello non solo di tutelare il territorio, ma anche di garantire il diritto alla casa ai cittadini residenti nella Regione, ed in primis a quelli che vivono nelle condizioni di disagio abitativo.

Comprare casa: Roma, in vendita quota patrimonio comunale

 A Roma l’Amministrazione possiede un patrimonio immobiliare pari a ben 24 mila case popolari; ebbene, per quasi il 30% è partito un piano di dismissione con il cui ricavato saranno realizzate delle nuove case popolari.

A darne notizia è l’Amministrazione capitolina nel far presente come le operazioni di cessione siano state affidate alla società Risorse per Roma, e come gli alloggi oggetto della dismissione, nell’ambito di un piano approvato di recente dal Campidoglio, siano ben 7.410. I primi alloggi per i quali partirà la vendita sono quelli dei Municipi IV, VI e VII, dove sono già state inviate agli inquilini delle lettere per informarli del piano di dismissione in atto.

Immobiliare nel Regno Unito, pessimismo dall’UE

Anche la Commissione Europea, come ci si attendeva, ha avuto modo di esprimersi riguardo al futuro andamento del mercato immobiliare del Regno Unito. L’opinione della Commissione a proposito del real estate d’oltremanica non è stata particolarmente positiva, definendo come “depressed” il livello della domanda di proprietà immobiliari residenziali per la zona considerata.

Le motivazioni sottostanti questa considerazione sono d’altronde piuttosto note: la Commissione Europea evidenzia come i prezzi delle case nel Regno Unito siano troppo elevati rispetto a quanto dovuto, e come – a causa delle condizioni del mercato del lavoro – presto la domanda si stabilizzerà su livelli piuttosto bassi, trascinando al decremento i prezzi relativi alle proprietà immobiliari.

Occorre dire tuttavia che quanto predetto dalla Commissione Europea stride fortemente con l’attuale comportamento dei venditori di case britannici, il cui atteggiamento sembra rispecchiare quanto accade nei mercati immobiliari di tutto il Continente.

Il termometro del mercato immobiliare di Pisa

L’Osservatorio del Mercato Immobiliare ha pubblicato i dati relativi alle quotazioni immobiliari di Pisa. Da una rapida analisi dei dati che riguardano lo stato di salute dell’immobiliare della città toscana, possiamo dedurre una situazione davvero varia a seconda delle zone da esaminare.

Il report è stato prodotto suddividendo l’estensione territoriale della città in tredici macrozone, dai quartieri centrali alle aree periferiche e quelle suburbane e rurali.

Una delle aree più care, come ci si attendeva, è quella rappresentata dalla macrozona centrale 2 (Lungarni), dove i prezzi al metro quadro si aggirano intorno ai 3.600 euro. Elevati anche i prezzi nell’altra macroarea centrale 1 (che comprende diversi quartieri, da Sant’Antonio a San Martino, da Santa Maria a San Francesco), che però si limitano a una fascia tra i 2.250 euro ai 3.100 euro al metro quadro a seconda dello stato della proprietà immobiliare.

Hong Kong, come salvare l’immobiliare

Il mercato immobiliare di Hong Kong è una lente di ingrandimento dello scenario mondiale, caratterizzato da un numero di transazioni in ribasso, e da un livello dei prezzi che fatica a scendere. Nella città-Stato asiatico non succede granchè di diverso, se non fosse per il secondo termine della breve descrizione di cui sopra: al modesto numero di compravendite immobiliari, infatti, equivarrebbe un livello dei prezzi che avrebbe oramai raggiunto soglie record, difficilmente immaginabile agli esordi del recente periodo recessivo internazionale.

Le previsioni sul futuro, d’altronde, non ci dicono nulla di particolarmente positivo, e necessitano di un rapido intervento da parte della autorità locali. Stando a quanto rivela un’organizzazione del settore, infatti, il numero delle proprietà immobiliari ad uso abitative completate nel corso dell’ultimo anno nell’area ora considerata ha toccato un minimo storico dai primi anni ’70, con dei prezzi che – a parziale conseguenza della scarsità di offerta – hanno invece proseguito la loro corsa al rialzo per tutto il 2009, favoriti anche da un livello dei tassi di interesse sui finanziamenti particolarmente vantaggioso, e da un atteggiamento piuttosto aggressivo da parte degli investitori della “mainland”.

New York, buoni affari per le case più lussuose

Abbiamo già parlato dell’andamento del mercato immobiliare più prestigioso di Hong Kong, un’area che, in quanto a investimenti immobiliari di importo rilevante, dimostra di non tradire mai le aspettative di imprenditori, uomini d’affari e fortunati con portafogli evidentemente in grado di poter soddisfare esigenze di acquisto di svariati milioni di dollari.

Diamo ora un rapido sguardo alla situazione di New York, dove, per il medesimo target, è possibile trarre considerazioni in parte identiche.