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Stati Uniti, compromessi acquisto casa in forte calo

Durante il primo mese del nuovo anno un numero fortemente in calo di cittadini statunitensi avrebbe concluso un contratto preliminare di compravendita di una proprietà immobiliare ad uso abitativo non nuova, segnalando pertanto l’esaurimento dei benefici effetti della precedente estensione del periodo di sfruttamento del beneficio fiscale previsto a favore degli acquirenti di una prima casa.

Stando ai dati comunicati da Washington ad opera della National Association of Realtors, infatti, l’indice che misura il volume di preliminari di vendita siglati nel mese considerato è calato del 7,6% su base annua, dopo una crescita dello 0,8% riscontrata dalla stessa Associazione durante il mese di dicembre del 2009, e confermata dalla successiva pubblicazione dei dati consolidati per l’ultimo periodo dello scorso anno.

Secondo opinione diffusa tra gli analisti, questa nuova contrazione sta evidenziando le difficoltà del mercato immobiliare degli Stati Uniti a uscire definitivamente dal centro della peggior recessione attraversata fin dalla crisi degli anni ’30, mostrando – di fianco a questo calo nelle firme dei preliminari di vendita di inizio anno – anche una flessione inattesa nel numero di acquisti di nuove e esistenti proprietà ad uso abitativo.

Stati Uniti, indice concessione mutui in crescita del 15%

Stando al report recentemente pubblicato dalla Mortgage Bankers Association, l’indice che misura il volume delle erogazioni di finanziamenti immobiliare ipotecari negli Stati Uniti sarebbe cresciuto del 15% durante la scorsa settimana: si tratta del primo incremento avvenuto nel corso dell’ultimo mese, imputabile principalmente al buon livello dei costi sui finanziamenti per tale scopo, che hanno rilanciato sia gli acquisti che le transazioni di rifinanziamento.

Dell’incremento del 15% riscontrato dall’Associazione dei banchieri, occorre tuttavia scindere una prestazione superiore alla media (+ 17%) imputabile alle operazioni di rifinanziamento di mutui già in corso di ammortamento presso lo stesso o altri istituti di credito rispetto a quello erogante, e una prestazione inferiore alla media – ma in ripresa – (+ 9%), relativa alle operazioni di acquisto di una proprietà immobiliare ad uso abitativo.

Alcuni altri studi recenti hanno riportato dati sulla vendita di nuove e esistenti case in forte calo nel mese di gennaio 2010: un’analisi che ha fatto temporaneamente temere che la ripresa del mercato immobiliare statunitense si fosse fermata; tuttavia i dati relativi al mese di febbraio (sono in fase di diramazione quelli ufficiali) sembrano invece smentire questi timori, con la conseguenza che il mese di gennaio è stata, almeno per il momento, una breve pausa di riflessione.

Investimenti immobiliari in Cina battono gli USA

Secondo una recentissima ricerca condotta da Cushman & Wakefield, gli investimenti nel mercato immobiliare cinese avrebbero superato quelli effettuati sul concorrente statunitense, permettendo così al Paese asiatico di potersi collocare al primo posto tra le realtà più importanti sul fronte real estate internazionale. Una posizione che, sempre secondo gli analisti di Cushman & Wakefield, la Cina dovrebbe poter mantenere agevolmente anche nel 2010, grazie a una invidiabile spinta economica.

Gli investimenti nel mercato immobiliare cinese sono più che raddoppiati nel 2009 a 156,2 miliardi di dollari; nello stesso periodo, gli investimenti nel real estate statunitense sono calati del 64%, fermandosi a “soli” 38,3 miliardi di dollari, come confermato dal broker newyorkese in un recente comunicato stampa descrittivo.

Oltre ad aver perso il primato come mercato immobiliare con il maggior volume di investimenti nel mondo, escludendo il segmento residenziale il mercato immobiliare del Paese nordamericano è stato sorpassato non solamente dalla Cina, ma anche dal Regno Unito: di conseguenza, l’ex “big” del real estate mondiale si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio.

Stati Uniti, ecco le dichiarazioni di Warren Buffett

Attese come ogni anno, qualche giorno fa sono state pubblicate le considerazioni di Warren Buffett sul futuro del mercato immobiliare statunitense nel segmento residenziale. Considerazioni contenute in una lettera che l’uomo d’affari americano ha inviato, come ogni anno, agli azionisti della Berkshire Hathaway, compagnia del Nebraska del quale Buffett è chairman e chief executive officer.

Buffett ha in sintesi dichiarato che a suo parere il mercato del real estate residenziale americano continuerà a calare per tutto il 2010, e – sebbene in maniera meno insistente rispetto al periodo recente – anche per gran parte del 2011. Nella sua lettera annuale il miliardario americano è infatti stato piuttosto esplicito, sostenendo che entro circa un anno “i problemi del mercato residenziale dovrebbero essere ampiamente dietro di noi”, con i “prezzi che rimarranno lontani dai livelli della “bolla””, anche se “per ogni venditore colpito da ciò, vi sarà un acquirente che ne trarrà beneficio”.

Stati Uniti, prosegue il forte calo nelle vendite di case usate

La National Association of Realtors rivela che durante il mese di gennaio 2010 il numero delle case non nuove vendute negli Stati Uniti sarebbe crollato oltre le attese degli analisti (parte dei quali attendeva addirittura un’inversione di tendenza), con un ritmo del 7,2% che rappresenterebbe – al di là del disastroso mese di dicembre 2009, quando le vendite calarono del 16,2% – il record negativo riscontrato nell’area.

Stando ai dati comunicati dalla NAR, infatti, il volume annualizzato delle compravendite di proprietà immobiliari non nuove sarebbe diminuito a quota 5,05 milioni di unità, contro previsioni degli analisti comprese tra un minimo di 5 milioni e un massimo di 6 milioni di unità, ma con una convergenza intorno ai 5,4 milioni di contratti.

Sembra inoltre piuttosto ovvio, dall’analisi preliminare di questi dati, che il beneficio fiscale predisposto dall’amministrazione governativa non sia in grado di supportare, senza l’ausilio di altri mezzi di sostegno, le attività del mercato immobiliare. L’estensione dell’incentivo di 8 mila dollari a favore degli acquirenti di una prima abitazione ha infatti mantenuto su discreti livelli gli acquisti nella seconda metà del 2009, ma inizia a esaurire i propri effetti positivi in maniera oramai piuttosto significativa.

USA, vendita nuove case inaspettatamente in ribasso

Le vendite di nuove proprietà immobiliari ad esclusivo uso abitativo negli Stati Uniti sono inaspettatamente diminuite durante il mese di gennaio 2010, giungendo a un livello mai così basso nella storia: gli acquisti di nuove case sono infatti diminuiti dell’11% su base annua, toccando un volume annualizzato pari a 309 mila unità nel corso del mese ora oggetto di considerazione su Io Compro Casa.

Il dato rilevato con riferimento al mese di gennaio mostra un significativo gap rispetto a quanto atteso dagli analisti americani, che avevano puntato su quota 350 mila unità quale volume annualizzato più probabile per ciò che concerne il livello delle vendite delle nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo a inizio 2010.

Sempre secondo le prime considerazioni apparse sulla stampa locale, questo sarebbe un chiaro segnale di come l’estensione del beneficio fiscale da parte dell’amministrazione Obama (8 mila dollari a favore degli acquirenti di una prima casa) non sarebbero, da soli, sufficienti a supportare una ripresa del mercato immobiliare più duratura di quella appena osservata.

Stati Uniti, ancora crescita per i pignoramenti

L’Associazione Mortgage Bankers ha dichiarato che nel corso del quarto trimestre del 2009 un numero record di cittadini statunitensi avrebbero perso la propria casa, tornata nelle mani dei soggetti finanziatori. Il dato sarebbe pertanto espressione della prosecuzione della crisi economica locale, che – come era parzialmente attendibile – sta prolungando la lunga scia dei pignoramenti, che interesserà anche l’intero 2010.

I pignoramenti di case precedentemente oggetto di concessione di un finanziamento immobiliare sono infatti saliti del 4,58% per tutte le categorie di mutuo, come confermato dal gruppo di Washington in un report pubblicato pochi giorni fa. Tra i principali soggetti colpiti da questa nuova ondata di espropri, soprattutto coloro che hanno perso il lavoro nel 2008, e nei primi mesi dell’anno precedente.

Secondo gli analisti della Mortgage Bankers Association, il risultato ora pubblicato sarebbe stato ancor peggiore se il Governo non avesse compiuto significativi sforzi per prevenire l’esplosione del fenomeno, che è comunque piuttosto rilevante a causa dell’elevato livello della disoccupazione, sintomo di un mercato del lavoro mai così deteriorato fin dal periodo della Grande Depressione americana.

Stati Uniti, tassi mutui ancora in calo a metà febbraio

La compagnia Freddie Mac ha pubblicato pochi giorni fa il report definitivo sull’andamento dei tassi di interesse applicati sui finanziamenti immobiliari ipotecari concessi dagli istituti di credito statunitensi nella settimana di metà febbraio. Il risultato, come atteso dagli analisti, denota un ulteriore calo rispetto ai valori medi della settimana precedente, prolungando un trend di deprezzamento dei tassi sui mutui americani.

Il valore medio applicato oggi dagli istituti di credito statunitensi è infatti il livello minimo degli ultimi due mesi, ed è principalmente riconducibile all’azione svolta dalla Federal Reserve con il suo programma di supporto per le compravendite immobiliari, garantendo un basso costo dei finanziamenti sottoscritti per tali operazioni di acquisto, di costruzione o di rifinanziamento di mutui già in ammortamento.

Stando al monitoraggio di Freddie Mac, infatti, il tasso medio applicato ai finanziamenti immobiliari ipotecari con scadenza pari a 30 anni sarebbe oggi sceso al 4,93%, rispetto al 4,97% riscontrato nella settimana precedente. In calo anche i tassi medi applicati ai finanziamenti immobiliari con scadenze inferiori: a titolo di esempio, ricordiamo che il livello sui mutui a 15 anni è ora calato al 4,33%.

Stati Uniti, cantieri per nuove case in crescita

Il Dipartimento del Commercio di Washington ha dichiarato che durante il mese di gennaio del 2010 il numero dei cantieri avviati per la realizzazione di nuove case sarebbero cresciuti a un livello superiore di quanto precedentemente annunciato da una stima preliminare: secondo gli osservatori, questo sarebbe l’ennesimo segnale dei positivi effetti generati dallo stimolo delle azioni governative finalizzate alla stabilizzazione del mercato immobiliare locale.

Stando ai dati del Dipartimento, infatti, durante il mese di gennaio del 2010 il volume delle nuove costruzioni avviate (annualizzato) sarebbe stato pari a 591 mila unità, con un incremento del 2,8% rispetto al mese di dicembre del 2009. Il risultato riscontrato dal Dipartimento sarebbe inoltre più elevato rispetto a quanto atteso dagli economisti americani, che non stimavano un volume annualizzato di nuove costruzioni superiori a 580 mila unità.

È altresì probabile che i volumi continuino a crescere nel corso dei prossimi mesi: il ritmo dell’espansione dipenderà tuttavia dalla durata dell’estensione ulteriore del supporto governativo, con i benefici fiscali a favore degli acquirenti di prima casa che sono già stati oggetto di rinvii dei termini finali, e che non è escluso possano essere nuovamente obiettivo di un altro rilancio, affinchè il mercato possa raggiungere la più completa stabilizzazione.

Assicurazioni mutui, utili compagnie in calo

Tra i tanti indicatori del cattivo andamento del mercato immobiliare statunitense, uno di questi è sicuramente rappresentato dai dati trimestrali delle compagnie che fanno delle assicurazioni sui finanziamenti immobiliari il proprio core business. Per tale ragione, ogni tanto sulle pagine di Io Compro Casa vi aggiorniamo sul trend dei dati di bilancio dei principali operatori di settore, che anche questo mese non denotano riprese particolarmente significative.

PMI Group Inc., uno dei principali assicuratori mutui americani, ha appena pubblicato i dati trimestrali relativi alla fine del 2009: come largamente atteso dagli analisti, la compagnia ha dovuto denunciare la presenza di un’altra perdita di periodo, rappresentante il decimo bilancio trimestrale che il gruppo è costretto a chiudere con un segno negativo, allontanando così la ripresa di vigore dell’ultima riga del conto economico.

La perdita trimestrale è infatti stata pari a 228,2 milioni di dollari, provocati in buona parte dalle insolvenze di numerosi mutuatari, in arretrato con i pagamenti delle rate dei finanziamenti immobiliari. La perdita di fine anno è più ampia di quella registrata nello stesso periodo dell’anno precedente: nel quarto trimestre 2009, infatti, la perdita è stata pari a 2,76 dollari per azione, contro i 2,19 dollari per azione (178,8 milioni di dollari complessivi) conseguiti nel quarto trimestre del 2008.

Stati Uniti, cresce la fiducia dei proprietari di casa

Stando a quanto recentemente pubblicato sui principali quotidiani statunitensi, l’indice di misura della fiducia dei proprietari casa da parte della National Association of Home Builder – Wells Fargo avrebbe subito un incremento a quota 17 punti, rispetto ai 15 punti sui quali si era assestato durante il corso del mese precedente. Quanto conseguito dall’indicatore è sicuramente al di là delle rosee aspettative degli analisti, sebbene occorra sempre ricordare come qualsiasi valore sotto la soglia del 50 punti rappresenti una condizione di fiducia insoddisfacente nei confronti del futuro.

La crescita di due punti ha comunque rappresentato motivo di soddisfazione per gli osservatori e gli operatori del settore, significando almeno parzialmente che le condizioni del mercato immobiliare degli Stati Uniti stanno giungendo finalmente a stabilizzazione: rimarrà tuttavia da chiarire cosa accadrà quando il supporto governativo a suo tempo approvato giungerà a scadenza, senza presumibile rinnovo.

Potenzialmente, eventuali influenze negative su tal fronte potrebbero essere controbilanciate da un miglior andamento del mercato dell’occupazione: attualmente il tasso di disoccupazione si aggira intorno alla doppia cifra, e sebbene non sono previsti sostanziali miglioramenti nel brevissimo termine, la maggioranza degli analisti sembra pronta a scommettere su un ritorno tra i 9 e i 9,5 punti percentuali entro la fine dell’anno.

Vendita casa, ecco i dati ufficiali USA di fine 2009

La crescita dei volumi di compravendita di proprietà immobiliari ad uso abitativo negli Stati Uniti continua ad assumere numeri piuttosto significativi, con un incremento del 14% riscontrato nell’ultimo trimestre del 2009, principalmente riconducibili alle politiche di supporto al settore approvate dalla Federal Reserve, e alle agevolazioni creditizie predisposte dall’autorità amministrativa a favore degli acquirenti di una prima casa.

Stando ai dati riportati dalla National Association of Realtors, infatti, le vendite di case non nuove e appartamenti condominiali sono saliti a una quota annualizzata pari a 6,03 milioni di unità, rispetto alle 5,29 milioni di unità riscontrate durante il trimestre precedente. Il prezzo medio applicato al contratto di compravendita è invece diminuito del 4,1% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Tassi mutui, nuova flessione negli Stati Uniti

Per la quinta volta nelle ultime sei settimane, il valore medio dei tassi di interesse applicati ai finanziamenti immobiliari a trent’anni, negli Stati Uniti, è diminuito, con la conseguenza di rendere sostanzialmente più conveniente l’approccio ad un’operazione di acquisto di una casa; discorso similare vale per le transazioni di rifinanziamento, che stanno costituendo una buona fetta delle nuove erogazioni da parte della banche statunitensi.

Stando alla periodica rilevazione compiuta da Freddie Mac, infatti, il tasso di interesse medio applicato sui finanziamenti immobiliari ipotecari con scadenza pari a 30 anni sarebbe diminuito al di sotto della soglia psicologica del 5%, passando dal 5,01% della settimana precedente all’attuale valore del 4,97%; in calo anche il tasso medio applicato per i crediti a 15 anni, ora pari al 4,34% secondo le analisi della società di Mclean.

Stati Uniti, il 20% dei proprietari è sovra indebitato

Il sito web Zillow.com conferma che – secondo le più recenti analisi compiute sul mercato immobiliare degli Stati Uniti – più di un quinto dei proprietari di casa avrebbe accumulato un debito superiore al valore delle relative unità ad uso abitativo, stando ai valori riscontrati nel corso dell’ultimo trimestre dello scorso anno, ribadendo pertanto la precarietà delle condizioni finanziarie di buona parte degli acquirenti.

Nel corso dell’ultima parte del 2009, infatti, ben il 21,4% dei proprietari di case oggetto di finanziamento immobiliare ipotecario risulterebbero essere titolari di debiti di entità superiore al valore delle relative proprietà, il cui prezzo è sceso anche nel corso dei mesi finali dello scorso anno a causa di un incremento dell’offerta dovuto ai volumi immobiliari giunti sul mercato a causa dei pignoramenti.

La proporzione risulta inoltre essere in lieve aumento rispetto a quanto riscontrato nel corso del terzo trimestre dell’anno, quando i proprietari immobiliari in tale situazione erano il 21%; nel secondo trimestre dello stesso 2009, invece, Zillow.com riscontrò una percentuale pari a 23%. Sempre secondo il sito web americano, inoltre, nel solo mese di dicembre più di una casa su mille è tornata nelle mani del soggetto finanziatore, per la proporzione più elevata da quando Zillow.com monitora l’andamento della variabile (primi mesi del 2000).