stati uniti

Alberghi di lusso, studio di Jones Lang LaSalle

È stato recentemente pubblicato un interessante studio condotto da Jones Lang LaSalle Hotels, e preannunciato attraverso le dichiarazioni del chief executive officer della società per l’America, Arthur Adler.

Lo studio di Jones Lang LaSalle Hotels riguarda alcune previsioni sul mercato immobiliare relativo all’industria degli hotel di lusso, un segmento particolarmente attraente in quanto a potenzialità di crescita dei valori.

Le dichiarazioni del chief executive officer della compagnia ricordano infatti come il settore degli hotel di lusso sia tra i più dinamici e attivi, grazie alle numerose opportunità di business che esso celerebbe.

Incremento dei tassi sui mutui americani

Secondo i calcoli effettuati sull’indice del Mortgage Bankers Association, che viene preso come riferimento principale per misurare l’onerosità dei finanziamenti fondiari, i tassi medi applicati sui mutui negli Stati Uniti avrebbero subito un rialzo durante la seconda settimana del mese di dicembre.

L’indice è infatti cresciuto di 0,3 punti percentuali a 667,3 punti durante la settimana che ha avuto conclusione nella giornata dell’11 dicembre. La settimana precedente aveva invece visto l’indice fermarsi a quota 665,6 punti.

Su un fronte meramente pratico, questo ha voluto dire un aumento dei tassi di interesse di qualche centesimo di punto percentuale. Più praticamente, il tasso medio su un finanziamento fondiario a tasso fisso per 30 anni è cresciuto dal 4,88% della settimana precedente all’attuale 4,92%.

Previsioni Moody’s sull’immobiliare americano

Riassumendo in una breve frase il voluminoso report che Moody’s ha rilasciato in merito al prevedibile andamento del mercato immobiliare statunitense del prossimo futuro, potremmo dire che il calo delle quotazioni delle case non è ancora terminato, nonostante il passato non sia stato certo avaro di sforbiciate sul fronte dei valori di tali proprietà ad uso abitativo.

A ribadire quanto contenuto nell’analisi è stato negli scorsi giorni Mark Zandi, uno degli economisti di settore di maggior spicco a Moody’s, il quale ha dichiarato durante un’intervista concessa a Reuters come i prezzi delle case negli Stati Uniti non subiranno alcun rialzo nei primi mesi del prossimo anno.

La causa principale di questa previsione non certo ottimistica andrebbe ricercata in una nuova ondata di case offerte, frutto delle recenti esecuzioni immobiliari.

Stati Uniti, stabile l’industria delle costruzioni

L’industria delle costruzioni immobiliari degli Stati Uniti è rimasta stabile, ad ottobre, dopo la contrazione degli affari riscontrata a settembre, quando conseguì la quinta flessione di fila.

Gli investimenti del mese di settembre, infatti, calarono dell’1,6% rispetto al periodo di riferimento precedente. Le analisi compiute sui dati diffusi dal Dipartimento del Commercio di Washington rivelano che la causa principale di quella flessione fu riconducibile al buon numero di progetti commerciali abbandonati, e a un incremento degli spazi industriali rimasti invenduti nel corso dei mesi precedenti.

Secondo opinione diffusa tra gli analisti americani, l’industria delle costruzioni residenziali potrebbe stabilizzarsi dopo l’estensione dei benefici fiscali concessi agli acquirenti prima casa da parte del governo, con scadenza 30 aprile 2010 contro precedente termine fissato nella giornata del 30 novembre 2009.

Stati Uniti, dati ufficiali del terzo trimestre

L’Agenzia governativa di riferimento per il settore immobiliare negli Stati Uniti ha fornito i dati ufficiali sull’andamento del terzo trimestre 2009.

Il periodo ora in esame ha innanzitutto visto i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo diminuire del 3,8% rispetto allo stesso livello dello scorso anno: un calo ancora piuttosto significativo, ma pur sempre il declino meno rilevante dal primo trimestre del 2008. Sulle determinanti di questo miglioramento dello scenario, non sembrano esserci molti dubbi. Come più volte abbiamo sottolineato qui su Io Compro Casa, il merito della ripresa nel breve termine sembra vada ricercato principalmente negli incentivi fiscali predisposti per gli acquirenti della prima casa.

Su base mensile, invece, i prezzi sembrano essere praticamente invariati dal mese di settembre al mese di agosto. Risultano essere invece più alti dello 0,2% rispetto a quelli del secondo trimestre dello stesso anno.

Stati Uniti, prezzi in crescita nelle città più grandi

Proseguiamo il nostro focus sul mercato immobiliare statunitense riprendendo un report recentemente pubblicato a cura di Standard & Poor’s. Secondo l’istituto che ha effettuato la rilevazione sul real estate a stelle e strisce, i prezzi delle proprietà immobiliari adibite ad uso di civile abitazione nelle venti città più grandi degli Stati Uniti sarebbero cresciuti per il quarto mese consecutivo durante settembre 2009, dando di fatto agli analisti un’ulteriore conferma del presunto vicino definitivo superamento della recessione del settore.

L’indice C&P/Case-Shiller è infatti aumentato dello 0,27% rispetto al mese precedente, dopo un incremento dell’1,13% nel mese di agosto. Su base annua il decremento rimane comunque piuttosto significativo e al di là delle stime degli analisti (- 9,36%), sebbene si tratti della flessione più lieve dalla fine del 2007.

Standard & Poor’s ha poi confermato i dati relativi alle vendite di case, sostenendo l’incremento già preannunciato negli scorsi giorni dalla National Association of Realtors, e confermando come le principali determinati di questo dato siano stati il programma di aiuti governativi, e il forte calo dei  tassi sui finanziamenti immobiliari.

Stati Uniti, vendite di case non nuove in crescita del 10%

Dopo la pubblicazione di quelli provvisori, negli scorsi giorni sono stati diffusi i dati definitivi sull’andamento delle vendite delle case non nuove negli Stati Uniti: stando agli elementi diramati alla stampa dalla National Association of Realtors, le case già esistenti avrebbero generato un volume di compravendite ben superiore alle stime durante il mese di ottobre del 2009, per il livello più elevato dal febbraio del 2007.

Il merito, si sa, va riconosciuto soprattutto alla gamma di incentivi governativi predisposti a supporto di tale genere di operazioni. Rimandando ad altri approfondimenti un discorso previsionale, non possiamo ora che limitarci a rilevare che nel mese di settembre gli acquisti sono aumentati del 10,1% a un volume annualizzato di 6,1 milioni di unità rispetto ai 5,54 milioni di settembre.

Come ci si attendeva cala invece il prezzo medio di vendita, che rispetto allo stesso mese dello scorso anno è inferiore del 7,1%, per il declino più ridotto da oltre un anno.

Stati Uniti, buona ripresa delle costruzioni

Secondo quanto sostengono gli economisti locali, negli Stati Uniti durante il mese di ottobre l’industria delle costruzioni avrebbe ripreso di buona lena le proprie attività, portandosi a un volume di realizzazioni mai così elevato negli ultimi undici mesi.

Le nuove case sono infatti cresciute dell’1,7%, con un volume annuo pari a 600 mila unità, per il livello più elevato dal mese di novembre del 2008. Ma quali sono le determinanti che hanno prodotto questo rialzo nell’industria statunitense delle costruzioni?

Per gli analisti il merito andrebbe principalmente ricondotto a un indebitamento più conveniente, favorito da un livello dei tassi sempre più basso, e dalle agevolazioni fiscali e creditizie previste dal governo per risollevare l’andamento del real estate americano. Questo avrebbe provocato un riavvio delle transazioni immobiliari, che avrebbe spinto l’industria delle costruzioni a riprendere con un discreto ritmo le proprie attività.

Ecco come non investire nell’immobiliare

Leggiamo su Bloomberg il classico esempio di investimento immobiliare nato male, e sviluppato in maniera possibilmente ancor più negativa. Una situazione quasi comica, se non fosse che dietro l’impiego milionario di uno degli istituti di credito più importanti d’Europa, si cela un dispendio di risorse difficilmente recuperabili nei tempi e nei modi stabiliti dal progetto originario.

Pare infatti che il Cosmopolitan Resort & Casino, un complesso faraonico che dovrebbe sorgere a Las Vegas per opera del supporto finanziario Deutsche Bank AG, si sia candidato – con successo – a impiego più dispendioso della città da parte di un singolo investitore.

Il complesso di Deutsche Bank sta infatti costando, per ora, ben 2 miliardi di dollari in più di quanto precedentemente previsto nel piano originario, ed è 2 anni in ritardo sul programma dei lavori. Tutto qua? Non proprio.

USA, situazione sempre più tesa per le case pignorate

RealtyTrac sostiene che per l’ottavo mese consecutivo il numero dei provvedimenti di pignoramento immobiliare avrebbero superato quota 300 mila unità: la “colpa” di questa situazione sarebbe riconducibile prevalentemente alla situazione del mercato del lavoro, con la crescente disoccupazione che rende sempre più difficile il soddisfacimento dei debiti dei singoli mutuatari.

E così, nel mese di ottobre, un ammontare totale di 332.292 proprietà immobiliari sono state coinvolte in questo genere di provvedimenti, per una percentuale che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno risulta essere superiore di quasi il 19%, e che coinvolge ora un proprietario di immobile su 385.

Per gli analisti del mercato immobiliare nordamericano, questo scenario è una delle cause principali che sostanzialmente terrà a freno i prezzi, con gli istituti di credito che metteranno nel mercato un numero crescente di case.

Mutui USA, tassi ancora in diminuzione

Secondo un’analisi condotta da Freddie Mac – società la cui notorietà al di fuori degli Stati Uniti d’America è legata per lo più al burrascoso recente passato – i tassi di interesse applicati ai mutui trentennali a tasso fisso negli USA avrebbero subito un ulteriore calo durante l’ultima settimana, toccando il minimo dell’ultimo mese e mezzo.

Questo nuovo passo indietro da parte dei tassi sui mutui avrebbe, stando alle prime analisi condotte sui dati di ottobre e di novembre, spinto nuove richieste di finanziamento da parte dei potenziali acquirenti, e indotto chi è già titolare di un mutuo a rinegoziare le condizioni con il proprio istituto di credito erogante.

Ma quali sono i tassi medi applicati a un mutuo negli Stati Uniti? Freddie Mac sostiene di aver rilevato un tasso del 4,91% per i finanziamenti a 30 anni, contro il precedente 4,98% della scorsa settimana. Più bassi, ovviamente, sono i tassi per i finanziamenti con durata di 15 anni, il cui valore medio si aggira oggi al 4,36%.

Stati Uniti, vendite di case in crescita dell’11%

Negli Stati Uniti le vendite di proprietà immobiliari abitative sono cresciute dell’11% nel terzo trimestre dell’anno. Secondo gli analisti locali, gran parte del merito andrebbe ricondotto allo sgravio fiscale riconosciuto per le transazioni aventi ad oggetto acquisti di case da adibire a residenza principale come prima abitazione di proprietà.

Annaulizzando i dati, la National Association of Realtors segnala che le vendite di case unifamiliari e appartamenti condominiali non nuovi sono cresciute a 5,3 milioni di unità, con un prezzo medio pari a 177.900 dollari, in calo di circa l’11% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ci si domanda tuttavia quale sarà l’andamento delle vendite: come detto, una buona parte delle determinanti di questo risultato positivo vanno ricondotte ai programmi governativi di incentivo e di supporto economico. Piani che l’amministrazione Obama ha voluto prolungare, prevedendo, in data 6 novembre, di estendere i vantaggi previsti anche per le prossime settimane.

Immobiliare, focus su Washington

Qualche giorno fa Bloomberg ha pubblicato un interessante report sull’andamento del mercato immobiliare dell’area di Washington, uno dei “termometri” più rappresentativi per interpretare il trend del real estate a stelle e strisce.

Stando agli studi esaminati dal media americano, la domanda per nuovi appartamenti nella zona ora considerata starebbe crescendo con un ritmo davvero sorprendente, e difficilmente paragonabile a quanto avviene nelle altre macro-aree degli Stati Uniti.

A beneficiare del rinnovato interesse per i nuovi appartamenti sono, ovviamente, i principali attori del settore locale delle costruzioni: stando a quanto sostenuto dal Census Bureau, infatti, le società di costruzione hanno ricevuto l’autorizzazione per realizzare 4.442 unità abitative nell’area metropolitana della capitale statunitense nel corso del terzo trimestre, per un incremento che – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – risulta essere pari all’11%. Il dato di Washington, oltre che dimostrare un buon dinamismo della domanda locale, è addirittura sorprendente se paragonato alla media nazionale, che invece dimostra una contrazione piuttosto pesante (- 17%) nelle nuove costruzioni.

Case invendute in crescita negli Stati Uniti

Le società di costruzioni degli Stati Uniti possono vantare un portafoglio di nuove case invendute sempre crescente; ma anche sul fronte delle case “usate”, le agenzie immobiliari americane devono loro malgrado registrare un forte incremento delle proprie disponibilità. E’ questo quanto emerge da un’analisi di settore compiuta in terra nordamericana, secondo cui durante il terzo trimestre del 2009 le case prive di un proprietario privato sarebbero aumentate a livelli quasi record nel recente passato.

Il report dimostra infatti come siano oggi più di 18 milioni e 800 mila unità le case che, negli Stati Uniti, risulterebbero non assegnate ad alcun inquilino proprietario.

Le cause sono facilmente riconducibili, in questo caso, alla crescita di pignoramenti compiuti su mutuatari insolventi, e al numero di nuove case vendute durante il mese di settembre, in contrazione oltre le attese degli analisti di mercato.