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Stati Uniti, mutui in crescita a metà gennaio

Stando ai dati forniti dalla Mortgage Bankers Association, le erogazioni di finanziamenti concessi per acquistare casa, o sostituire un mutuo già in corso di ammortamento, avrebbero subito un buon incremento.

Complessivamente, infatti, l’indice che misura l’andamento delle erogazioni dei mutui ipotecari ha avuto un balzo del 5% rispetto alla settimana precedente, spinto dall’aumento dei rifinanziamenti – incrementatisi di ben 7,7 punti percentuali rispetto al periodo di confronto precedente.

In calo invece le richieste di mutui per l’acquisto di una casa: le persone che hanno effettuato la scelta di domandare un finanziamento immobiliare per metter le mani sull’abitazione di proprietà sono calate di numero con una proporzione pari all’1,9%.

New York, calano del 30% le vendite a Brooklyn

Le vendite di case nell’area di Brooklyn della metropoli newyorkese sono calate del 30% nel corso del quarto trimestre dell’anno, come principale conseguenza della scadenza del beneficio fiscale federale che fu approvato per sostenere le transazioni nel corso del periodo considerato.

Il numero dei contratti di compravendita è così diminuito a quota 1.468 unità, rispetto alle 2.093 unità degli ultimi tre mesi del 2009, come sottolineato da una recente ricerca della società Miller Samuel Inc. e dal broker Prudential Douglas Elliman RE.

Il forte declino su base annua, in altri termini, risulta essere gonfiato dal boom di compravendite che avvenne sul finire del 2009, quando un buon numero di contratti fu concluso per sfruttare i benefici di natura fiscale lanciato dall’amministrazione Obama.

Stati Uniti, nuove costruzioni ai minimi da un anno

Secondo quanto riferito dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America, le costruzioni di nuove abitazioni avrebbero subito un calo maggiore di quanto previsto durante il mese di dicembre, evidenziando come il mercato locale stia facendo sempre più fatica per riprendersi dalle criticità recenti.

Le costruzioni di nuove abitazioni sono infatti calate di 4,3 punti percentuali, per un volume annualizzato pari a 529 mila unità, per il più basso livello mai riscontrato dallo stesso Dipartimento statunitense dal mese di ottobre del 2009 ad oggi.

Come già sottolineato, il risultato è stato anche inferiore alle previsioni formulate da alcuni analisti di primaria importanza, che invece auspicavano un volume annualizzato di costruzioni di nuove case pari ad almeno 550 mila unità nel periodo considerato.

Stati Uniti, è lunga la strada della ripresa immobiliare

Durante il mese di novembre – l’ultimo al quale CoreLogic riesce a ricondurre la rilevazione di dati consuntivi ufficiali – i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso residenziale degli Stati Uniti avrebbero subito un calo di 5,07 punti percentuali su base annua.

Il mese di novembre, continuano così le considerazioni effettuate da CoreLogic, è stato il quarto mese consecutivo di declino dei valori commerciali delle proprietà del Paese nordamericano, con prospettive non certo esaltanti per quanto concerne il mese di dicembre e l’inizio del 2011.

Precedentemente, ad ottobre 2010, i prezzi delle case avevano subito una flessione di 3,35 punti percentuali su base annua. Un dato che, escludendo il volume delle case oggetto di pignoramento e altre situazioni di esproprio, viene contenuto a 2,24 punti percentuali.

Stati Uniti, i pignoramenti potrebbero aumentare del 20%

Il numero degli appartamenti statunitensi oggetto di procedure di pignoramento potrebbe subire un incremento del 20% durante il 2011, raggiungendo quindi un picco massimo durante questa lunga ondata di crisi del mercato immobiliare del Paese nordamericano.

Le determinanti fondamentali dell’evoluzione di questa variabile sono riconducibili prevalentemente al mantenimento della disoccupazione al di sopra del 9%, una soglia ritenuta eccessivamente elevata per poter garantire una pronta ripresa di questo e degli altri principali comparti dell’economia USA.

Secondo quanto sostenuto dalla RealtyTrac, il 2011 vedrà pertanto l’evidenza di due diversi record: l’incremento dei pignoramenti fino al livello massimo, e un calo dei prezzi delle case fino alle soglie minime.

Stati Uniti, tassi mutui finalmente in ribasso dopo settimane di crescita

Negli Stati Uniti i tassi di interesse applicati dagli istituti di credito locali sulle operazioni di finanziamento immobiliare hanno subito un sorprendente calo, che mette fine a quasi due mesi di incremento pressochè continuo.

Freddie Mac – l’istituto che compie il settimanale monitoraggio sul costo del denaro sui mutui – ha infatti affermato che nell’ultima settimana i tassi sui mutui a tasso fisso a 30 anni sono calati al 4,77%, contro il 4,86% della settimana precedente.

Certo è che la soglia minima storica toccata nel mese di novembre è piuttosto lontana (4,17%, il minimo da 40 anni a questa parte), ma è altrettanto vero che questo evidenzia un rallentamento piuttosto importante nella strada di superamento del 5%, oramai inevitabile.

Stati Uniti, cala il tasso degli appartamenti sfitti

Quanti appartamenti sono privi di un locatario negli Stati Uniti? Nonostante la crisi del settore ancora ampiamente in atto, il numero sta calando, e secondo quanto rivela la ricerca condotta dalla società specializzata Reis Inc., avrebbe raggiunto il minimo da due anni a questa parte.

Durante il quarto trimestre dell’anno, infatti, i contratti di locazione avrebbero subito un incremento abbastanza significativo, estendendo la temporalità della ripresa di questo comparto immobiliare, avviata nel primo trimestre dello scorso anno.

Il tasso degli appartamenti non occupati è così calato a 6,6 punti percentuali, rispetto a quegli 8 punti percentuali che contraddistinsero la ricerca Reis nello stesso periodo (gli ultimi tre mesi dell’anno) del 2009, e rispetto ai 7,1 punti percentuali del terzo trimestre 2010.

Stati Uniti, finisce l’era dei tassi al 4%

L’era dei tassi di interesse sui mutui vicino al 4% è definitivamente conclusa. A dirlo è la CNN, che in un suo recente contributo ha dichiarato che oramai i tassi di interesse sono diretti verso la soglia dei 5%, al di sotto della quale non torneranno più nel breve e medio termine.

Secondo l’analisi settimanale realizzata da Freddie Mac, i tassi di interesse sui mutui a tasso fisso con durata trentennale hanno toccato quota 4,86 punti percentuali. Tuttavia, secondo un sondaggio compiuto da Bankrate.com, il tasso sarebbe già andato oltre il 5%, arrivando al 5,02%.

Gli analisti sembrano essere concordi con le previsioni della CNN, dichiarando che i tassi attuali non sono mai stati così elevati dal mese di maggio, e che per l’intero 2011 rimarranno in un range compreso tra il 5% e il 6%.

Stati Uniti, sempre meno domande di mutuo

La Mortgage Bankers Association ha rivelato la notizia secondo cui nel corso della parte centrale dello scorso mese di dicembre le richieste di finanziamenti immobiliari avrebbero toccato un decremento molto forte, tanto da far retrocedere i livelli di domanda ai minimi livelli da un anno a questa parte.

La motivazione è facilmente riconducibile: i tassi di interesse applicati ai finanziamenti immobiliari, e non solo, stanno crescendo continuativamente da due mesi, e questo sta inasprendo l’onerosità delle operazioni di mutuo per acquisto e per rifinanziamento dei debiti.

Di conseguenza, le richieste di mutui per le finalità di cui sopra hanno subito un corposo passo indietro nella settimana di metà dicembre, con un volume complessivo di domanda che è retrocesso di quasi 19 punti percentuali, riportandosi su soglie conosciute solo un anno fa.

Stati Uniti, nuovo incremento dei pignoramenti

Dal mercato immobiliare statunitense, giungono e si sovrappongono nuove brutte notizie. I dati ufficiali relativi all’andamento dei pignoramenti sostengono infatti che durante il terzo trimestre dell’anno la situazione sarebbe significativamente peggiorata.

Più nel dettaglio, le procedure di pignoramento formalmente concluse nella terza parte dell’anno sarebbero state quasi 245 mila, con un incremento rispetto al trimestre precedente che è pari addirittura a 11,2 punti percentuali, con le nefaste conseguenze che ciò porterà dietro.

Complessivamente, sostiene un’analisi di Moody’s, vi sarebbero pertanto ben 1,8 milioni di case pignorate sul mercato immobiliare statunitense, in relazione alle sole procedure avviate o concluse nell’anno recentemente conclusosi, e con un trend che porterà il volume del 2011 a subire nuovi incrementi.

Stati Uniti, prezzi case ancora in ribasso

Altro ribasso dei prezzi delle case nel mercato immobiliare statunitense. L’indice di riferimento S&P / Case-Shiller fa infatti segnare un decremento di 1,3 punti percentuali ad ottobre rispetto al mese precedente, con un declino annualizzato del 15% e di 0,8 punti percentuali su base annua.

L’indice, realizzato monitorando l’andamento delle principali 20 aree metropolitane del Paese, segnala altresì un decremento pressoché omogeneo – almeno su base mensile – di tutte le zone urbane considerate elemento integrante per la realizzazione dell’indicatore.

Delle 20 aree metropolitane assunte come riferimento, inoltre, ben sei mercati hanno raggiunto il loro livello minimo da quando è iniziata la crisi del mercato immobiliare del Paese nordamericano, con picchi in ribasso a Miami, Seattle, Tampa, Atlanta e Portland.

Stati Uniti, novembre terzo mese consecutivo di crescita delle compravendite

Il mese di novembre, sostengono i dati della National Association of Realtors, è stato il terzo mese consecutivo con volumi di compravendite in crescita per quanto concerne il segmento immobiliare rappresentato dalle proprietà ad uso abitativo già presenti sul mercato.

La National Association of Realtors dichiara infatti che il volume annualizzato delle compravendite di case usate sarebbe cresciuto a quota 4,68 milioni di unità durante il penultimo mese dell’anno; un incremento confermato dai dati consuntivi degli scorsi giorni, che tuttavia non eviterà al 2010 di chiudersi con un record negativo delle compravendite dal 1997 ad oggi.

Gli analisti cercano ora di comprendere quando, il mercato immobiliare statunitense, riuscirà a ritornare in una situazione di sostanziale normalità. Le previsioni spostano l’asticella temporale sempre più in alto, annunciando ora che occorreranno almeno altri due anni perché i livelli delle compravendite possano tornare su soglie ante-crisi.

Stati Uniti, secondo il NYT i tassi non scenderanno più

Il New York Times è intervenuto recentemente su un argomento piuttosto caro a potenziali compratori di case, banche americane e debitori alle prese con una possibile operazione di rifinanziamento di un precedente mutuo erogato da altri istituti di credito nello stesso Paese nordamericano.

Il prestigioso quotidiano statunitense ha infatti affermato che quello riscontrato l’11 novembre è il tasso di interesse sui mutui a 30 anni più basso mai riscontrato dal Secondo conflitto mondiale ad oggi (anche se Freddie Mac torna indietro – con i suoi dati ufficiali – solo agli anni ’70), e che da quel punto minimo non si può far altro che partire al rialzo.

I primi effetti di tali valutazioni si sono già visti nel corso degli ultimi due mesi, con ben cinque rialzi consecutivi dei tassi di interesse, fino a toccare il 4,83%, oggetto di monitoraggio durante la seconda settimana del mese di dicembre.

Regno Unito, flusso netto di mutui ai minimi da 10 anni

Stando ai dati forniti dall’Associazione britannica dei banchieri, le erogazioni nette di mutui effettuate dalle banche del Regno Unito avrebbero toccato il loro livello più basso degli ultimi anni durante il mese di novembre, periodo nel quale, con estrema evidenza, la domanda di acquisto di case di nuova realizzazione è drasticamente calata.

Ad ogni modo, i dati non sembrano aggiungere nuove preoccupazioni a quelle esistenti: novembre non è un mese particolarmente propizio per l’acquisto di nuove proprietà immobiliari abitative, e gli elementi forniti dalla BBA sembrano confermarlo.

L’Associazione ha altresì riferito che il flusso netto di erogazioni è cresciuto di 1,5 miliardi di sterline, il più basso incremento su basi storiche da quel + 1,3 miliardi del mese di agosto del 2009.