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Stati Uniti, attività dei cantieri in ripresa secondo Bloomberg

Secondo quanto riportano i dati pubblicati da Bloomberg, l’attività cantieristica delle società di costruzione negli Stati Uniti avrebbe subito un incremento durante il mese di agosto, per il secondo mese consecutivo, e segnalando pertanto una futura stabilizzazione dell’industria delle costruzioni ad uso abitativo, attualmente di poco sopra il minimo storico.

I dati forniti dalla società riferiscono infatti di un volume annualizzato di proprietà immobiliari ad uso abitativo in fase di costruzione pari a 550 mila unità, in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto al mese di luglio, quando il volume stimato, annualizzato, fu pari a 546 mila unità.

Ad ogni modo, se i dati dovessero trovare conforto nel consolidamento ufficiale da parte delle autorità governative, si tratterebbe di uno sviluppo piuttosto tiepido, penalizzato da un tasso di disoccupazione ancora troppo elevato (più o meno il 9,5%) che sta inducendo al rallentamento ogni qualsiasi speranza di ripresa del mercato.

Stati Uniti, per Bloomberg mercato immobiliare in fase di stabilizzazione

Secondo quanto riporta un’analisi condotta da Bloomberg, nel corso del mese di agosto le vendite di proprietà immobiliari ad uso abitativo negli Stati Uniti avrebbero riscontrato una lieve crescita, dando pertanto luogo a un possibile segnale di stabilizzazione del locale real estate, dopo le note variazioni negative dovute all’esaurimento dei termini per richiedere il bonus fiscale ad incentivo degli acquirenti di una prima casa.

Gli analisti consultati da Bloomberg News ritengono infatti che gli acquisti di case (sia nuove che usate, con un coinvolgimento, pertanto, sia del mercato primario che di quello secondario), sarebbero aumentati di 7 punti percentuali nel corso dell’ottavo mese dell’anno, per un volume annualizzato che sarebbe cresciuto a quota 4,395 milioni di case.

Gli osservatori del mercato immobiliare nordamericano ritengono che l’ostacolo più arduo da superare nella strada di una definitiva ripresa delle attività è relativo al tasso di disoccupazione, ancora vicino al 10%, e al crescente volume di pignoramenti che sta drogando il mercato immobiliare con la fornitura di un’incrementante entità di abitazioni in vendita.

CNN: quante stranezze nei prezzi delle case degli USA

Da Naples a Las Vegas. Così si potrebbe riassumere l’ultima ricerca, in tema immobiliare, effettuata da CNN Money, la quale ha pubblicato una lista dei 299 principali mercati immmobiliari degli Stati Uniti, riscontrando una forbice dei valori commerciali davvero impressionante, con sopravvalutazioni e sottovalutazioni fuori dalla norma.

Secondo gli analisti della compagnia in questione, mentre quattro anni fa ben 213 città tra quelle oggetto di indagine avrebbero avuto un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi superiore a quelli reali, e gonfiati in alcuni casi in maniera addirittura pericolosa per i portafogli dei proprietari delle abitazioni, oggi solamente 87 mercati immobiliari su 299 sarebbero overvalued.

Tra le sopravvalutazioni di maggiore evidenza vi è sicuramente quella di Atlantic City, dove le case vengono ancora oggi vendute ad un prezzo che è superiore al 30,2% del reale valore di mercato. Seguono Wenachee, nello stato di Washington, con un incremento del 28,9%, e Ocean City, nel New Jersey.

California, prosegue la crescita dei valori immobiliari

Sebbene non sia uno degli Stati maggiormente informa all’interno degli USA, il mercato immobiliare della California sta cercando di rialzare la testa, dando qualche buona soddisfazione agli investitori che nel corso degli scorsi mesi hanno compiuto operazioni di compravendita nel settore, e che si trovano ora fra le mani delle proprietà immobiliari con valori in crescita.

Secondo quanto rivela una recente analisi riportata sul sito internet di CNN Money, infatti, i prezzi delle case starebbero crescendo in maniera robusta in pressochè qualsiasi area urbana della nazione statunitense, con una crescita complessiva che nel corso del mese di luglio ha toccato i 10,4 punti percentuali, per il nono mese di incremento consecutivo.

Attualmente, il valore medio di un’abitazione californiana è pari a 315 mila dollari. Un importo che è più o meno pari al doppio della media nazionale e che è quasi 70 mila dollari in più del minimo toccato durante il corso del mese di febbraio 2009.

Stati Uniti, calano ancora le domande di mutuo nell’ultima settimana

Secondo quanto riferisce uno studio della Mortgage Bankers Association, le richieste di finanziamenti immobiliari alle banche statunitensi sarebbero calate ancora, durante la scorsa settimana e per la seconda settimana consecutiva, trascinate al ribasso da un volume di richieste di rifinanziamenti in diminuzione rispetto ai termini precedenti.

In particolare, il livello della domanda di mutui si sarebbe accomodato su una soglia minima dall’inizio del mese di agosto, nonostante il basso livello dei tassi di interesse applicati ai mutui americani.

L’indice MBA che misura l’andamento delle richieste di mutui è infatti diminuito di 8,9 punti percentuali su base settimanale. Tenendo in considerazione un più ampio raggio temporale, pari al mese, il calo nei confronti del periodo di riferimento immediatamente precedente è invece più contenuto, pari a un – 0,8%.

Stati Uniti, pignoramenti record ad agosto

I pignoramenti di proprietà immobiliari ad uso abitativo, negli Stati Uniti, hanno toccato un nuovo livello record durante il mese di agosto quando, secondo i dati riportati da RealtyTrac in un recente studio, il volume si è collocato su soglie non riscontrate in precedenza, per la terza volta dal mese di marzo 2010.

Gli spossessamenti di tali proprietà immobiliari in favore delle banche creditrici hanno infatti toccato quota 95.364 unità, con un incremento su base annua pari a un quarto, e ponendosi come anticamera nei confronti di un record annuo che – salvo sorprese – verra probabilmente battuto da un 2010 molto negativo.

Gli analisti di RealtyTrac ricordano inoltre che uno degli effetti principali di questa esplosione dei pignoramenti consiste nella crescente “fornitura” di nuove case in vendita sul mercato immobiliare: uno scenario che contribuisce a generare evidenti pressioni al ribasso nei valori commerciali delle case, con un gap domanda – offerta in fase di allargamento.

Stati Uniti, compromessi di vendita ancora in calo a luglio

Disoccupazione, incertezza sul futuro economico della nazione, pignoramenti in aumento, mancanza di incentivi statali e altre variabili stanno complicando la vita al mercato immobiliare statunitense, che all’inizio dell’anno aveva fornito qualche lieve segnale di ripresa, e che si dimostra invece molto più debole del previsto in questa seconda parte di stagione.

Secondo quanto rivelato dalla National Association of Realtors nel suo monitoraggio periodico sull’andamento dei preliminari di vendita per le case non di nuova costruzione, il volume dei compromessi sarebbe calato ancora, durante il mese di luglio, per la terza flessione consecutiva, e mostrando un’anticamera piuttosto deludente di ciò che accadrà nel corso degli ultimi quattro mesi del 2010.

L’indice della NAR è infatti calato di un punto percentuale rispetto al mese precedente, spinto al ribasso da una domanda sempre più debole susseguita alla mancanza del beneficio fiscale di 8 mila dollari che era stato predisposto per incoraggiare i cittadini americani dal porre in essere operazioni di acquisto di una prima casa.

Stati Uniti, indice mutui in crescita per la quinta settimana di fila

Il numero dei finanziamenti immobiliari concessi negli Stati Uniti è cresciuto ancora, conseguendo la quinta settimana consecutiva di incremento. A determinare questo nuovo rialzo da parte dell’attività creditizia delle banche è stato l’ulteriore ribasso dei costi sui mutui, con dei tassi di interesse debitore oramai ai minimi storici.

Di conseguenza, la Mortgage Bankers Association ha dichiarato che il proprio indice di riferimento sulle erogazioni di finanziamenti immobiliari avrebbe subito un incremento di 2,7 punti percentuali durante l’ultima settimana per la quale è disponibile un monitoraggio consuntivo (il 27 agosto).

All’interno di tale dato, è inoltre possibile evidenziare un buono sviluppo dei rifinanziamenti (cresciuti di 2,8 punti percentuali) e un più tiepido, ma pur positivo, sviluppo dei mutui per acquisto (incrementati di 1,8 punti percentuali).

Stati Uniti, prezzi case in crescita più del previsto

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nelle venti città più grandi degli Stati Uniti sono cresciuti, durante il mese di giugno, con un trend superiore alle attese (su base annua). La determinante di questo imponente incremento è da ricercarsi negli ultimi effetti positivi della previsione dei benefici fiscali predisposti dal governo.

Ne consegue che, con tutte le probabilità, l’esaurimento degli stessi potrà provocare una battuta d’arresto significativa nel corso dei successivi mesi di luglio e di agosto, come peraltro già ampiamente previsto dai principali analisti di settore, che scommettono su forti rallentamento su base annua dell’andamento dei prezzi delle proprietà immobiliari statunitensi.

L’indice Standard & Poor / Case – Shiller è di fatto cresciuto di 4,2 punti percentuali rispetto al mese di giugno 2009, contro una media degli analisti contattati da Bloomberg News pari a 3,5 punti percentuali. Su base mensile la crescita del dato è stata di 0,3 punti percentuali.

Disoccupazione elevata, i pignoramenti continueranno a crescere

In un recente studio gli analisti della compagnia americana ZipRealty sostengono che il mercato immobiliare statunitense non riuscirà a conseguire una ripresa soddisfacente nel corso dei prossimi mesi. La perdita di nuovi posti di lavoro, che mantiene su soglie troppo elevate il tasso di disoccupazione, continua a produrre delle nocive conseguenze sulle speranze di ripresa del real estate a stelle e strisce.

Secondo gli analisti della compagnia sopra ricordata, il volume di vendite delle nuove proprietà immobiliari sarebbe fortemente nella strada del decremento, giungendo su soglie minime record durante la parte finale dell’estate. Tale elemento, uno degli indicatori principali dello stato di salute del mercato immobiliare americano, è previsto ulteriormente in calo nel corso delle prossime settimane.

Stando a ciò che a tal proposito è stato dichiarato dai ricercatori dell’Università di Harvard, “i problemi del mercato immobiliare sono problemi dell’intera economia nazionale, e fino a quanto non verranno risolti, non vi potranno essere margini per una robusta ripresa”.

Stati Uniti, indice erogazioni mutui in aumento del 4,9%

Negli Stati Uniti il numero dei finanziamenti immobiliari sarebbe cresciuto per la quarta settimana consecutiva, spinto al rialzo dal corposo volume dei rifinanziamenti, a loro volta incrementati a causa di un livello dei tassi di interesse di riferimento sui mutui ancora molto conveniente, e prossimo a soglie minime record nel recente passato, e non solo.

La Mortgage Bankers Association rivela infatti che l’indice di riferimento del settore sarebbe cresciuto di 4,9 punti percentuali durante la settimana conclusa il 20 agosto 2010, l’ultima alla quale sarebbe possibile riferire un monitoraggio ufficiale. L’associazione di Washington ha inoltre precisato che i rifinanziamenti sarebbero cresciuti di 5,7 punti percentuali, toccando i massimi livelli da oltre un anno e tre mesi. Crescono invece di soli 0,6 punti percentuali i mutui per acquisto.

I bassi tassi di interesse non servono, tuttavia, a frenare l’impressionante afflusso di pignoramenti, che continuano a battere i record storici preparandosi a chiudere il 2010 con delle soglie di elevata preoccupazione.

Stati Uniti, l’immobiliare come freno alla ripresa economica

Un’interessante analisi di Bloomberg sullo stato di salute del mercato immobiliare degli Stati Uniti d’America riporta che proprio il real estate sarebbe stata la principale determinante di sette delle ultime recessioni del Paese nordamericano. Questa volta – sostiene ancora il media americano – l’immobiliare potrebbe non tanto provocare una nuova recessione, quanto frenare la ripresa economica nazionale in maniera decisiva.

Le vendite di case sono infatti pressoché crollate dopo il mese di aprile: il 30/4 scadeva infatti il termine ultimo per poter richiedere l’erogazione di un bonus fiscale da 8 mila dollari che l’amministrazione governativa aveva riservato agli acquirenti di una prima casa per favorire le transazioni di compravendita del mercato immobiliare nordamericano.

Il bonus prevedeva che entro tale data venisse sottoscritto un preliminare di vendita e, entro il 1 luglio, fosse portata a compimento la transazione di compravendita finale. Al termine di tali scadenze, le attività hanno subito un evidente rallentamento, che dovrebbe proseguire ed acuirsi durante la seconda parte del 2010.

Stati Uniti, proiezioni deboli per le costruzioni di nuove case

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America ha pubblicato i nuovi dati relativi all’andamento del business sulle nuove costruzioni di proprietà ad uso abitativo. I dati mostrano un incremento su base mensile, il quale non è tuttavia sufficiente a condurre governo e analisti a una revisione delle stime di debolezza circa il futuro del settore.

L’indicatore che misura l’andamento delle costruzioni di nuove case ha infatti mostrato un incremento di 1,7 punti percentuali rispetto al mese di giugno. Una variazione positiva che conduce il volume annualizzato di nuove case in costruzione a quota 546 mila unità durante il corso del settimo mese dell’anno, come confermato dagli elementi del report in questione.

Stando a ciò che sosteneva il sito web Briefing.com, che ha riportato le analisi dei principali osservatori locali di settore, il volume annualizzato auspicato avrebbe dovuto esser pari a 555 mila unità. Su base annua, inoltre, l’avvio di nuovi lavori per la costruzione di case è in flessione di 7 punti percentuali.

Stati Uniti, forte calo dei prezzi commerciali (Moody’s)

Moody’s sostiene che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso commerciale degli Stati Uniti abbiano subito un forte calo durante il sesto mese dell’anno, l’ultimo al quale la società di consulenza finanziaria possa riferire un’analisi ufficiale: la motivazione di questo declino, prosegue la compagnia, andrebbe ricondotta alla deteriorata situazione economica, che mostra difficoltà nel condurre una ripresa nel breve termine.

L’indice che misura la variazione dei prezzi delle proprietà immobiliari commerciali ha pertanto subito una flessione di 4 punti percentuali durante il mese di giugno rispetto al precedente mese di maggio, rappresentando non solo il più grave declino su base mensile da quasi un anno, ma anche un ritorno al segno negativo per ciò che concerne i valori commerciali dell’intero 2010.

I ricercatori della società hanno dichiarato che i prezzi dovrebbero rimanere piuttosto bassi per “ancora diverso tempo”, come principale conseguenza della “prosecuzione di un lento recupero dalla recessione da parte dei mercati immobiliari commerciali e dell’intera economia americana”.