In tempi non sospetti rispetto alla crisi, ad esempio nel 2007 e nel 2008, gli spread sotto l’1 per cento erano molto frequenti e così i costi di un finanziamento, fosse del 50% o dell’80% del valore dell’immobile, non cambiavano molto. Adesso però la situazione è cambiata, gli spread sono elevati e soltanto nel 2014 c’è stata la proposta degli istituti di credito di tassi convenienti. Ma è davvero così?
Il 2015 sarà il banco di prova per le banche che per essere davvero importanti nella ricostruzione finanziaria del paese, dovranno continuare con la politica di sconti per i contribuenti. Dovranno cioè continuare ad offrire finanziamenti a tassi convenienti come nel 2014. Fortunatamente è probabile che quest’anno si consolidi la presenza dei mini spread, visto che il differenziale tra Btp e Bund si è ormai attestato sotto i 300 punti.
Gli spread però, anche se mini, continuano ad essere differenti sulla base dell’entità del finanziamento, per cui risparmia 50 punti di base chi chiede un finanziamento pari al 50 per cento del prezzo dell’immobile rispetto a chi chiede l’80% del prezzo dell’immobile. Per fare un esempio pratico, se il tasso variabile applicato dalla banca nel primo caso è all’1,9 per cento, nel secondo caso è al 2,4%.
Si possono fare esempi anche legati agli istituti di credito. Per esempio Deutsche Bank ha proposto un Mutuo Pratico a Tasso Variabile per l’acquisto della prima o della seconda casa con uno spread dell’1,89% soltanto a cui si fa erogare un importo che non supera il 60% del valore dell’immobile. Altrimenti lo spread è del 2,15%.
Unicredit con il suo Mutuo Valore Italia propone un mutuo che deve essere almeno di 50.000 euro. Il tasso variabile per un piano d’ammortamento di 15 anni è parti all’1,75% ma se soltanto se il valore dell’immobile è fino all’80 per cento del valore dell’immobile.
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