Acquistare casa negli States

di Redazione Commenta

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Con il recente calo dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo, le operazioni di investimento immobiliare nel mercato statunitense continuano a crescere in maniera piuttosto significativa. Il mercato sembra essere per lo più alimentato dal business generato dagli acquirenti esteri, con i cittadini stranieri che – secondo una recente ricerca riportata da Radiocor – stanno facendo una vera e propria incetta di proprietà immobiliari oltre Oceano.

Il continuo calo dei prezzi delle case registrato nel corso degli ultimi sei anni, complice anche la debolezza del dollaro (non certo riferibile al trend odierno) ha attirato acquirenti dall’Asia, dal settentrione (Canada), ma anche dall’Europa e dal Sudamerica, dove numerosi investitori hanno cercato di porsi al riparo delle oscillazioni negative dei finanziamenti locali, scommettendo su un comparto di sicuro successo nel medio lungo termine.

Mentre per i cittadini statunitensi è un rischio, per molti investitori stranieri acquistare proprietà immobiliari negli States sembra essere diventato un investimento vantaggiose.

MERCATO USA, ULTIMI DATI ANCORA NEGATIVI

Sul fronte delle statistiche, la National Association of Realtors sostiene che nel periodo intercorrente tra il marzo del 2011 e il marzo del 2012 gli acquirenti internazionali avrebbero speso circa 82,5 miliardi di dollari, pari a quasi 9 punti percentuali dei 928 miliardi totali spesi nel mercato immobiliare residenziale degli Stati Uniti nello stesso periodo.

Rispetto all’esercizio precedente, si è registrato un incremento del 24 per cento. Il 62 per cento degli acquirenti avrebbe inoltre pagato in contanti, confermando l’opportunità di collocare sul mattone americano la liquidità in eccesso. Ancora, sempre secondo i dati NAR, il 55 per cento degli acquirenti proviene da cinque Paesi: Canada, Cina, Messico, India e Gran Bretagna. Gli acquisti si concentrerebbero prevalentemente in cinque Stati americani: la Florida, la California, il Texas, l’Arizona e lo Stato di New York, con buoni tassi di crescita anche in altri macroterritori dell’Unione.

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