L’Agenzia del Territorio ha pubblicato i dati sulle compravendite immobiliari nel corso del terzo trimestre dell’anno. Se il trend dovesse essere confermato anche durante l’ultima parte dell’anno, nel 2012 le compravendite di abitazioni scenderanno sotto quota 500 mila unità, riportandosi così ai livelli di metà degli anni Ottanta. Il solo terzo trimestre ha inoltre fatto registrare un crollo mai così evidente dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 2004.
Di fatti, tra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2011, le compravendite sono scese del 25,8 per cento, con una contrazione del 26,8 per cento nel solo settore residenziale. Se il trend nell’ultimo trimestre dell’anno si manterrà come quello degli ultimi tre, “allora nel 2012 le compravendite di abitazioni scenderanno sotto quota 500 mila, riportandosi ai livelli di metà anni Ottanta”, tornando indietro di circa trenta anni, ha dichiarato il direttore centrale dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia del Territorio, Gianni Guerrieri (qui il nostro recente approfondimento sull’andamento del mercato immobiliare italiano).
Il calo delle compravendite sembra ancora essere imputabile a cause come “l’incremento della tassazione e la difficoltà di accesso al credito“, dovuta a “qualcosa di più profondo, che interessa i piani di investimento delle famiglie“, spiega Guerrieri. “I consumi delle famiglie si stanno modificando, non si investe più a lungo termine perché c’è un grado più forte di incertezza sul futuro, che comporta un allungamento delle attese e il ritiro da acquisti importanti come quello per le abitazioni” – afferma il direttore centrale dell’osservatorio immobiliare, con dichiarazioni riportate sull’edizione online de La Repubblica.
Altro fattore determinante è il credito: nel corso degli ultimi sei mesi l’erogato ha subito una contrazione del 4 per cento per quanto concerne l’importo medio, a quota 116 mila euro, contro i 121 mila euro di maggio 2012. La differenza tra quanto richiesto e quanto concesso si allarga ora all’11% in favore delle ristrettezze creditizie, contro il 6 per cento del maggio 2012.