Con l’applicazione della cedolare secca, quando questa potrà essere applicata su tutto il territorio nazionale sugli immobili in affitto, i proprietari delle case potranno conseguire dei risparmi fiscali significativi solamente quando il loro reddito annuo da dichiarare al Fisco è pari ad almeno 28 mila euro. Questo è quanto emerge da un Rapporto a cura dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre che, infatti, ha sottolineato come sotto la soglia di reddito sopra indicata i vantaggi fiscali per il proprietario di immobili non siano più così significativi.
Anzi, l’Associazione degli artigiani mestrina pone all’attenzione il fatto che per bassi redditi, sotto i livello di 15 mila euro, il proprietario di immobili che affitta con l’eventuale applicazione della cedolare secca andrebbe addirittura a pagare più tasse.
Lo Studio sulla cedolare secca sugli affitti da parte della CGIA di Mestre è stato effettuato in concomitanza con la discussione della misura, presso la Commissione Bicamerale sul Federalismo, con Roberto Calderoli, il ministro della Semplificazione. L’applicazione della cedolare secca per l’anno in corso, in ogni caso, non è ancora possibile visto che l’iter di approvazione dell’imposta unica sui redditi da locazione non si è ancora concluso.
L’Associazione degli artigiani mestrina ha inoltre fornito alcune anticipazioni sulle aliquote che, contrariamente a quanto definito in precedenza dovrebbero essere due; una al 20%, riguarda i contratti a canone concordato, mentre l’altra, per i contratti di affitto sul mercato libero, è al 23% a fronte però della possibilità, per le famiglie degli inquilini, di poter andare a detrarre il 3% del canone di locazione se all’interno del nucleo familiare ci sono figli a carico. Quella della cedolare secca è una misura molto attesa dai proprietari di immobili ed in particolare dalle Associazioni dell’edilizia e della piccola proprietà immobiliare visto che a fronte del risparmio fiscale a favore dei proprietari sono attesi anche benefici, a regime, per le casse dello Stato, per effetto dell’emersione dei canoni di locazione in nero.