Secondo il sindacato degli inquilini, il SICET, in Italia ci sono ben 600mila locazioni non registrate, senza contare le case affittate in nero agli studenti o per il turismo. In particolare, il segretario generale del Sicet, Guido Piran, afferma che se gli inquilini hanno un contratto d’affitto non registrato, allora a titolo sanzionatorio a carico del proprietario dell’immobile per l’inquilino può scattare sia un contratto molto più lungo, sia un affitto da pagare molto più basso. La norma introdotta con il federalismo municipale, la oramai nota cedolare secca sugli affitti, dava un tempo massimo di 60 giorni per regolare gli immobili in affitto senza contratto.
Pur tuttavia, in accordo con quanto ha rilevato il Sicet, è emerso che in questo periodo di tempo concesso non c’è stato un aumento significativo di registrazione dei contratti; insomma aspettano che o gli inquilini denuncino il fatto, oppure aspettano la lettera del possibile accertamento; o magari ancora, cosa di sicuro plausibile, sperano di poterla fare franca! Il contratto a nero nel momento in cui viene regolarizzato avrà una durata di 4 anni, che si può rinnovare per altri 4 anni, con un punto a significativo favore dell’inquilino, che si vedrà ridotto del triplo della rendita catastale il canone annuo previsto per l’affitto.
Basti solo pensare che la cifra mensile chiesta per gli affitti sul mercato libero è in media pari a ben 8 volte più grande rispetto alla rendita catastale; questo significa, porta ad esempio il Sicet, che se una casa locata in una grande città costa dagli 800 ai 1000 euro al mese, allora a carico del proprietario di immobili evasore accertato il canone si andrebbe a ridurre per l’inquilino fino a 200-300 euro al mese, decisamente più sostenibile. Nei prossimi mesi, visto che la cedolare è entrata in vigore solo da poche settimane, vedremo se la “stretta” sulle locazioni in nero avrà sortito gli effetti sperati.