Gabetti, uno dei principali operatori immobiliari italiani, ha formulato una serie di considerazioni sull’andamento pregresso del mercato nazionale, soffermandosi in particolar modo sul trend più recente, relativo allo scorso 2012. Considerazioni significativamente negative, che aprono un 2013 ancora buio per gli operatori di settore. Vediamo allora quali sono le principali valutazioni effettuate dalla società, e in che modo si è aperto il 2013.
Secondo quanto afferma lo studio condotto per conto di Tree Real Estate, il network immobiliare che riunisce gli operatori del settore Gabetti franchising Agency, Professionecasa e Grimaldi Immobiliare, le cui sintesi sono state riportate da un comunicato dell’agenzia di stampa Asca, le transazioni immobiliari in Italia nel 2012 avrebbero fatto registrare un calo del 24 – 25 per cento rispetto al volume del 2011 (vedi anche Prezzi e compravendite in calo – Gabetti).
“La flessione” – riportava ancora in proposito il comunicato dell’Asca, prendendo spunto dalle principali statistiche elaborate nel report – “non e’ avvenuta in misura uguale e in modo indiscriminato ovunque, ma si e’ fatta sentire maggiormente nelle aree periferiche e per le soluzioni abitative meno prestigiose. Di contro, le aree centrali e gli immobili di maggior pregio hanno conosciuto cali meno vistosi”.
Per quanto concerne i tempi di vendita degli immobili, si registra un presumibile prolungamento, con il raggiungimento di un tempio medio pari a 6-7 mesi per quanto concerne le soluzioni ad alto costo, mentre per le abitazioni di minor pregio le trattative tendono a superare 1 anno. “Scende anche il numero di mutui erogati dalle banche rispetto al 2011 (circa il 20% in meno), mentre cresce la difficoltà di accesso al credito” – conclude l’agenzia di stampa, andando pertanto a porre attenzione su un tasto sul quale premiamo da diverso tempo. Il futuro del mercato immobiliare italiano sembra sempre di più legato a doppio filo con la necessità di stimolare le erogazioni di credito (vedi anche Immobiliare Italia cause della crisi).