Le aste immobiliari aumentano con un ritmo molto sostenuto: stando a quanto emerge da un’analisi complessiva sulle ordinanze emesse dai tribunali per poter disporre la vendita di unità immobiliari pignorate, infatti, sarebbero oltre 3.300 le aste giudiziarie di case e altri beni immobili ogni mese (dagli attici ai capannoni, passando per cantine, ville e – addirittura – strutture ricettive come hotel di pregio).
La motivazione di questo boom di in doppia cifra è facilmente comprensibile: la crisi sta spingendo le sofferenze bancarie su livelli scarsamente sostenibili, e gli istituti di credito stanno cercando di accelerare lo svolgimento delle procedure di esproprio al fine di poter recuperare il proprio credito. Il risultato? Dal 2008 al primo semestre 2011 (ultimo dato disponibile dal ministero della Giustizia) i pignoramenti immobiliari sono cresciuti del 13%, mentre i pignoramenti del 2011 (secondo i dati Cerved) sono stati più di 44 mila, il 18% in più rispetto all’anno precedente.
Sempre secondo le stime fornite dal ministero della Giustizia, nel 2010 il numero medio di aste giudiziarie immobiliari sarebbe stato pari a circa 2.800 unità. L’incremento del primo semestre 2011 è stato pari a circa 15 punti percentuali, con un drastico rallentamento delle vendite attuate, cioè delle aste che hanno avuto esito positivo: nei primi sei mesi del 2011, infatti, il rapporto tra le vendite attuate e le vendite disposte è stato pari a circa un terzo, consolidando un trend costante che non ha potuto beneficiare dell’incremento dei pignoramenti.
Di contro, dal 2008 al 2011 il numero di crediti bancari in sofferenza è cresciuto dai 41 miliardi di euro passati ai 113 miliardi di euro attuali, con uno sviluppo medio di 13 punti percentuali l’anno. Nel 2007, sostiene ancora Cerved, bastavano 1,6 aste per potersi aggiudicare un bene, mentre oggi occorre attendere almeno il secondo tentativo per realizzare il buon esito.