Il Corriere della Sera ha lanciato il prevedibile allarme: a Roma vi sarà l’incremento più elevato d’Italia in merito al pagamento delle imposte municipali sulla casa, con un apprezzamento in tripla cifra (102%). In media, pertanto, i contribuenti romani, proprietari immobiliari, dovranno pagare 170 euro, contro una media nazionale di 84 euro, rendendo la Capitale la città italiana dove l’Imu sulla prima casa ha subito gli aumenti più corposi, per la disperazione dei portafogli dei locali cittadini, già alle prese con corposi aumenti in altri segmenti.
Non va ovviamente meglio a chi risulta esser proprietario di seconde case: in questo caso l’acconto è naturalmente più penalizzante, con una rata media pari a 325 euro, contro una media nazionale di 161 euro. A seguire, ma tornando alla prima casa, è Bologna, dove l’incremento è del 67%, per un importo vicino ai 140 euro, quindi Genova e Milano, con incrementi del 27 e del 25 per cento. Va un po’ meglio a Milano, dove i contribuenti hanno pagato in media 99 euro per la prima casa, in incremento del 18 per cento alla media nazionale, e 224 euro per la seconda casa, in crescita del 39 per cento.
Non mancano, comunque, le città capoluogo dove l’andamento dell’imposta municipale unica ha mostrato segni chiari e univoci di controtendenza. Basti considerare quanto accaudot a Palermo, con l’acconto medio pagato sulla prima casa pari a 54 euro, sotto della media generale del 36 per cento; per la seconda casa, invece, l’acconto è stato pari a 168 euro, il 4 per cento in più della media nazionale. Ripassando alle seconde case, alle spalle di Roma troviamo Bologna, con 319 euro.
Passiamo infine agli affitti. I proprietari arriveranno a pagare in più fino all’80% rispetto all’acconto pagato a giugno. Una situazione che è ben lungi dal poter essere invertita: è forse il caso di rassegnarsi all’ennesima stangata?
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