Risalente a qualche mese fa, il nostro ultimo approfondimento sul mercato immobiliare svizzero puntava a sminuire parzialmente i rischi di formazione di una pericolosa bolla immobiliare. Da allora diverse settimane sono passate sotto i ponti, e i rischi sembrano essersi fatti sempre più insistenti. Cerchiamo allora di capire cosa sta accadendo al di là dei confini italiani, e se tali pericoli sono concreti nel breve termine, o ancora un’ipotesi lontana.
Secondo quanto ricordavano i dati dell’indice della bolla immobiliare di UBS, il rischio di una correzione sul mercato elvetico sarebbe cresciuto ulteriormente nei primi tre mesi di quest’anno, pur in modo meno forte rispetto ai trimestri precedenti, con una crescita a 1,17 punti, 0,06 punti in più rispetto alla fine del 2012. Stando alle previsioni UBS e alla sua scala di valori, qualsiasi valore superiore a 1 punto rappresenta un potenziale rischio, crescente man mano che ci si allontana da tale soglia.
In merito, il Corriere del Ticino ricordava che “anche se l’incremento è stato più debole rispetto alla media di +0,11 punti trimestrali registrati dal 2009, il rischio di una correzione è salito ancora, rileva UBS in un comunicato diffuso oggi. I motivi sono da ricercare nell’ulteriore rialzo dei prezzi per gli immobili a scopo residenziale e nell’aumento dei crediti ipotecari, mentre nel contempo i redditi delle economie domestiche e i prezzi al consumo sono rimasti più o meno stabili” (vedi anche il nostro ultimo e precedente approfondimento su tutti i principali rischi di una bolla immobiliare in Svizzera).
Stando alle considerazioni del principale istituto di credito svizzero, le regioni maggiormente a rischio sarebbero quelle di Lucerna, Svitto interno e Glattal-Furttal (Zurigo). Nelle prime due macro aree si sarebbero rilevati gli incrementi più importanti dei prezzi dal 2009 ad oggi. Nella terza la crescita sarebbe stata più debole, ma il livello medio dei prezzi è tra i più elevati dell’intero Paese.