Secondo quanto formulato da Nomisma in una sua recente osservazione, la riduzione dei canoni agevolati di edilizia residenziale sociale si attesta mediamente intorno al 40 per cento, con picchi che superano il 50 per cento in alcune aree territoriali nazionali. Vediamo dunque di scoprire quali sono state le principali elaborazioni compiute da Nomisma, e quali sono state le principali caratteristiche dei più recenti interventi in edilizia residenziale sociale.
Anzitutto, come evidenziato da Nomisma, per l’offerta abitativa la sostenibilità di tali interventi è fornita principalmente dal contenimento dei costi di costruzione, resa possibile mediante l’attuazione di nuovi modelli architettonici e di nuove tecnologie costruttive. In moltissime operazioni di edilizia residenziale sociale in corso, viene adottato un metodo operativo che si basa sull’industrializzazione del processo produttivo con – prosegue Nomisma – prefabbricazioni leggere, preassemblaggi in stabilimento, standardizzazione degli elementi (vedi anche il nostro recente focus sugli affitti parziali a giugno 2013).
Su scala architettonica, aggiunge ancora l’osservazione, i nuovi metodi sono agevolati dall’ideazione di una cellula abitativa base, ovvero un modulo configurabile in differenti soluzioni spaziali e abitative, idonee a tutte le esigenze e al contenimento dei già citati coti. Infine, aggiunge l’analisi, sul fronte costruttivo si utilizzano prevalentemente puntiformi materiali di supporto come legno, legno e calcestruzzo, legno e acciaio, con punti di chiusura verticale e orizzontale costituiti da pannellature preformate in stabilimento.
Per quanto concerne altresì l’andamento dei canoni agevolati e la riduzione di costo rispetto a quelli di mercato, Nomisma ci dice che il risparmio conseguibile a Milano è nell’ordine del 43 per cento, con una differenza tra i 158 euro a metro quadro annuo per il canone di mercato, e i 90 di quello agevolato. Va ancora meglio ad Ascoli, dove il risparmio sale al 53 pere cento, a Parma, dove la riduzione di prezzo è del 46 per cento, e a Bergamo, con una flessione del 44 per cento.