Dal 2001 ad oggi i costi a carico di chi possiede una casa di proprietà sono aumentati del 24%, mentre la percentuale di incremento dei costi balza nello stesso periodo al 77% per chi invece nella casa ci vive in affitto. Questo è quanto, in sintesi, ha rilevato la Federconsumatori, ed in particolare il proprio Osservatorio Nazionale, prendendo a riferimento una casa avente una superficie pari a 90 metri quadrati che si trova in un’area semicentrale di una grande città italiana.
In virtù di tale aumento dei costi, l’Associazione dei Consumatori ha di conseguenza sottolineato come la situazione sia critica per le famiglie, specie per quelle a reddito fisso che più di tutte sono state colpite dalla crisi a causa della disoccupazione e della cassa integrazione.
Ad incidere sull’aumento dei costi, per chi vive in affitto, è l’insieme delle spese relative al gas, acqua, manutenzione ordinaria, tassa sui rifiuti e spese per il riscaldamento, mentre per le case di proprietà, a fronte di una sostanziale stabilità degli importi delle rate dei mutui, aumentano i costi inerenti i lavori di manutenzione straordinaria.
Dal 2001 al 2010, inoltre, i costi relativi all’acquisto dell‘appartamento avente le caratteristiche sopra citate, sono aumentati passando dai quindici anni di stipendio del 2001 ai 18 anni di stipendio che ci vogliono per comprarlo nell’anno in corso.
Secondo quanto dichiarato dalle Associazioni Adusbef e Federconsumatori, nel nostro Paese uno dei problemi più gravi è rappresentato proprio dalla casa, sia quella in affitto, sia quella di proprietà. A farne le spese più di tutti sono i giovani che vogliono mettere su famiglia, ragion per cui sarebbero sia necessari, sia urgenti, provvedimenti in grado di rendere più agevole l’accesso alla casa a favore dei ceti più deboli. Questo chiaramente è possibile solo se su scala nazionale viene messo a punto un vasto piano di sostegno all’edilizia pubblica residenziale.