Da giovedì scorso, 7 aprile 2011, in Italia è ufficialmente entrata in vigore l’imposta sostitutiva sui redditi da locazione, ovverosia la cosiddetta cedolare secca. Il Sunia, Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, ha più volte bollato il nuovo regime come una norma sbagliata, un vero e proprio regalo alla proprietà immobiliare senza alcun vantaggio o contropartita per l’inquilino. Il risparmio fiscale a favore dei proprietari di immobili, secondo il Sunia, non si potrà infatti tradurre in una qualche forma di aiuto per gli inquilini in difficoltà visto che i prezzi degli affitti non scenderanno. Insomma, denuncia il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, quello della cedolare secca sugli affitti è un provvedimento iniquo che non risolve un’emergenza abitativa rappresentata dai 150 mila sfratti per morosità degli ultimi tre anni; e senza un cambio di rotta il Sunia, purtroppo, ne stima altri 200 mila da qui ai prossimi tre anni.
Inoltre, come se non bastasse, essendo quello della cedolare secca un provvedimento di agevolazione fiscale per i proprietari degli immobili, nelle casse dello Stato arriveranno minori risorse. Il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari stima che con la cedolare secca si regalano alla proprietà immobiliare la bellezza di 1,5 miliardi di euro, mentre il Fondo a sostegno della locazione presenta oramai un copertura finanziaria con fondi statali ridotti a pochi spiccioli.
E visto che sulla cedolare secca nei giorni scorsi s’è espressa l’Agenzia delle Entrate, rendendo operativa la misura, ma anche concedendo due mesi per decidere il regime da scegliere, il Sunia ha fatto presente che, contestualmente, devono essere tutelati i diritti dell’inquilino. Come? Per il Sindacato, qualora si opti per la cedolare secca, l’inquilino non deve “subire aumenti di qualsiasi tipo e aggiornamenti Istat anche per il 2011“. Resta poi da vedere se il nuovo regime fiscale, come prevede l’attuale Governo in carica, porterà in effetti ad una sensibile emersione degli affitti in nero.