La crescita dei prezzi delle case cinesi subisce un rallentamento, ma si mantiene comunque troppo vicina alla doppia cifra. Necessari ulteriori provvedimenti?
I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Cina sono cresciuti di 9,3 punti percentuali durante il mese di agosto rispetto al livello riscontrato durante lo stesso mese dello scorso anno; un elemento che solleva numerosi dubbi in merito all’efficacia delle iniziative intraprese dal governo per scongiurare la formazione di una bolla speculativa.
Stando a quanto riportato dal China Information News, quotidiano ufficiale del Servizio di Statistica del Paese asiatico, i prezzi medi delle 70 aree metropolitane più grandi della nazione sono rimasti pressoché stabili su base mensile, con un incremento delle transazioni rispetto a luglio.
A proposito di confronti, è rilevante riportare come l’incremento del mese di agosto costituisca la crescita su base annua più cauta degli ultimi otto mesi, inferiore ai 10,3 punti percentuali di crescita del mese di luglio, e contro la media di 10 punti percentuali stimata dagli analisti di Bloomberg.
Il valore commerciale delle vendite di agosto è stato pari a 353,3 miliardi di yuan (circa 52,1 miliardi di dollari), in crescita del 15% rispetto al mese di luglio, con un volume in incremento del 6%.
Tra le singole aree che hanno fatto registrare le performance più significative vi è senza dubbio quella di Beijing, dove le vendite sono cresciute del 23% con prezzi in aumento del 12,3%.
Per quanto riguarda le prossime potenziali iniziative da intraprendere nel caso in cui i prezzi non subiscano un corposo arresto, gli analisti suggeriscono il bando agli acquisti sulle terze case, e uno stop ai prestiti in favore di costruttori, in abbinamento con la fornitura di case a prezzi popolari da parte dello Stato.