Come noto, il governo ha scelto di sospendere il pagamento dell’imposta municipale unica di giugno. Non si tratta di un vero e proprio annullamento di una delle imposte più “odiate” dagli italiani, quanto di una temporanea sospensione dei termini di pagamento, utile per poter valutare con più calma in che modo modificare l’assetto Imu. Ma come cambiare l’imposta patrimoniale sugli immobili? Quali sono le possibili ipotesi di realizzazione della nuova Imu?
La prima ipotesi che il governo starebbe valutando consiste nell’annullamento dell’Imu, in sostituzione dell’introduzione della c.d. “service tax”, una imposta unica su immobili e servizi, su ricalco di quanto già sperimentato con la Tares.
Alcune fonti suggeriscono tuttavia l’introduzione di un modello Imu “tedesco”, una tassa federale che sarà gestita esclusivamente dagli enti territoriali (nel nostro caso, dalle regioni o dagli enti inferiori), sulla base della rivalutazione delle rendite (qui un nostro recente approfondimento sull’Imu 2013 effetti sul mercato immobiliare).
Ulteriore potenziale revisione dell’Imu è quella che passa attraverso la modifica delle detrazioni Imu, revisionando pertanto la tassa rendendola proporzionale sul reddito del contribuente (Isee). In questo modo la tassa potrebbe essere resa più equa, poiché prenderebbe in considerazione il reale stato di “salute” finanziaria delle famiglie italiane.
Ciò che sembra scontato è che la revisione dell’Imu prenderà atto dei “suggerimenti” che provengono da Bruxelles, con la Commissione Europea che ha avuto più volte modo di affermare che l’Imu sulla prima casa, in Italia, potrebbe provocare “una situazione di indigenza”. Ne consegue che la Commissione gradirebbe l’introduzione di alcune modifiche all’impianto Imu, al fine di rendere l’imposta più equa. Un’equità a sua volta raggiungibile mediante un incremento della progressività, aggiornando i valori catastali, una migliore definizione della residenza principale e di quella secondaria e, ancora, rivedendo le deduzioni che non sono legate alla capacità dei contribuenti a pagare le imposte sul reddito.