Il governo cinese annuncia nuove iniziative per contrastare la straordinaria crescita dei prezzi delle proprietà immobiliari nelle principali città del Paese.
La domanda-titolo del nostro post non è nuova. Già da parecchi mesi (e, in diverse proporzioni, anche da qualche anno) analisti ed economisti locali e internazionali si chiedono quali sono i reali pericoli che si celano dietro alla presumibile abnorme formazione di una bolla immobiliare nella principale economia emergente asiatica, e quali potrebbero essere le iniziative da porre in essere, con efficacia, per evitare il suo scoppio.
Alla domanda sta cercando di dare una risposta anche il governo cinese, che con intensità crescente cerca di metter mano a qualche leva da azionare per evitare un ulteriore propagarsi della volontà speculativa all’interno del real estate del Paese asiatico. Con questi presupposti, pochi si sono sorpresi nel leggere le dichiarazioni del Ministro Jiang Weixin, che pochi giorni fa ha dato ufficiosamente il via a una nuova azione in tal senso.
Jiang Weixin ha dichiarato che la Cina limiterà le erogazioni creditizie per alcune tipologie di transazioni immobiliari, al fine di ridurre il fenomeno speculativo, e il conseguente eccessivo incremento dei prezzi delle proprietà, con particolare riferimento a quelle ad uso residenziale e abitativo. Pochi giorni prima, il Premier Wen Jiabao aveva denunciato come vi fossero eccessivi aumenti dei prezzi delle case in alcune grandi città del Paese.
Il riferimento del Premier cinese era supportato da una precedente pubblicazione dei dati statistici, che rivelavano come i prezzi delle case nelle 70 città più grandi della Cina sono cresciute ad un ritmo record negli ultimi 16 mesi durante i 30 giorni di novembre del 2009, dando ulteriore spinta alla già corposa crescita dei valori medi immobiliari.
Per gli analisti, questa e le scorse mosse intraprese dalle autorità cinesi sono delle azioni che mirano a prevenire l’improvviso scoppio della bolla immobiliare, che dovrebbe manifestarsi con particolare irruenza soprattutto nei grandi centri abitati e, tra di essi, a Beijing, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou.