Compravendite immobiliari in aumento nel secondo trimestre 2010

di Redazione Commenta

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In Italia, nel secondo trimestre 2010, le compravendite di unità immobiliari sono cresciute del 2,2% a 227.140 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A rilevarlo è stato l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, nel sottolineare come i dati del secondo quarto del corrente anno confermino una tendenza ascendente che è iniziata nel trimestre precedente, ma che pur tuttavia, per i primi sei mesi del 2010, non porta in termini numerici il numero delle compravendite sugli stessi livelli del 2006, l’ultimo anno prima che poi nel nostro Paese il mercato iniziasse a far registrare una discesa.

Nel dettaglio, con un calo del 26%, le compravendite nei primi sei mesi del corrente anno si sono attestate, in base alle rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), a quota 417.868 rispetto alle 564.685 del primo semestre del 2006.

Anche per il secondo trimestre del 2010, l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha rilevato che la maggior parte di compravendite, con una percentuale pari a ben il 93,2%, ha riguardato immobili ad uso residenziale unitamente alle relative pertinenze; al riguardo le compravendite sono state ben 211.612 su un totale di 227.140, mentre le compravendite di immobili ad uso economico, con una percentuale sul totale pari al 6,9%, sono state nel periodo aprile-giugno 2010 appena 13.388.

Non a caso, a livello tendenziale l’apporto positivo sulle compravendite complessive, con un rialzo del 2,6%, è arrivato nel secondo quarto del 2010 proprio dal settore residenziale, mentre quelle per immobili ad uso economico si sono confermate in flessione del 4,8% sebbene la dinamica sia in leggero miglioramento a livello congiunturale rispetto al trimestre precedente, il primo del 2010, quando la contrazione era stata del 5,1%. Complessivamente, l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha rilevato come nel periodo gennaio-giugno 2010 le compravendite di immobili ad uso produttivo abbiano fatto registrare una caduta del 29,1% rispetto ai valori, in termini numerici, rilevati nella prima metà dell’anno 2006. Trattasi chiaramente di un dato che rispecchia le tantissime crisi aziendali degli ultimi due anni in Italia.

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