Diminuzione oltre le attese per il dato sui compromessi di vendita riscontrati nel mercato immobiliare statunitense durante il mese di aprile, rilevanti una flessione che ha purtroppo sorpreso la maggioranza degli analisti di mercato, consolidandosi su livelli piuttosto deboli, e non certo in grado di generare adeguata anteprima di una pronta ripresa della variabile.
Insomma, la recessione del segmento sembra proseguire, con un indice che è diminuito del 12% durante il quarto mese dell’anno, dopo aver conseguito una illusoria ripresa nel precedente mese di marzo, quando i dati sui compromessi di vendita sul mercato immobiliare statunitense subirono un aumento di 3,5 punti percentuali.
A sostenere l’andamento del dato è stata la National Association of Realtors, secondo cui l’andamento riscontrato nella realtà del mercato immobiliare statunitense sarebbe stata notevolmente peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano su una flessione contenuta in un solo punto percentuale.
Per quanto concerne il futuro, i pignoramenti continueranno a generare una pressione al ribasso nei prezzi delle proprietà immobiliare, giocando un ruolo negativo in sinergia con l’elevata disoccupazione sul mercato del lavoro americano, e le ristrettezze creditizie offerte dal sistema bancario locale.
L’attuale scenario è inoltre contraddistinto per un eccesso di offerta del mercato immobiliare statunitense, difficilmente smaltibile nel breve termine, e dando pertanto l’impressione che la ripresa del settore sarà molto più lunga di quanto fosse in un primo momento preventivabile all’interno dei confini nazionali.
Secondo l’indice S&P / Case-Shiller, invece, i valori commerciali delle principali 20 città statunitensi sarebbero calati del 3,3% durante il mese di febbraio rispetto all’anno precedente, per il più grave declino riscontrato dal novembre del 2009, e con un passo indietro del 33% rispetto ai picchi toccati nel mese di luglio 2008. Per i dati Federal Housing Agency, infine, i prezzi delle case hanno subito una flessione del 5,5% durante il primo trimestre rispetto all’anno precedente.