Che gli italiani paghino troppi interessi sui mutui casa è dato ben noto. Come abbiamo ripetuto più volte nel corso delle ultime settimane, la “responsabilità” è ascrivibile principalmente allo “spread“, cioè alla maggiorazione che le banche impongono sul parametro di riferimento dei tassi (che invece rimane uguale per tutti, essendo rappresentato dall’Euribor per i mutui a tassi variabile e dall’Eurirs per quelli a tasso fisso).
Ne consegue che il comportamento degli istituti di credito italiani, in odor di applicazione di spread sempre più elevati, va a penalizzare le tasche di coloro che – per realizzare il sogno di avere una casa propria – si indebitano a costi salati, salatissimi.
Stando alla recente elaborazione compiuta dal quotidiano Il Sole 24 Ore, ad esempio, in Italia per un mutuo si paga in media un tasso di interesse pari al 4,05 per cento. Confrontando quanto applicato in Italia con i principali standard europei, ne deriva che solamente in Portogallo e in Francia il tasso di interesse medio applicato sui mutui casa è maggiore, con un tasso pari al 4,1 per cento in Francia e del 4,4 per cento in Portogallo. Pertanto, in Francia i mutuatari pagano rate più ampie dello 0,4 per cento rispetto a quelle italiane, mentre in Portogallo il rincaro sale al 3 per cento (vedi anche il nostro approfondimento sui mutui italiani sempre più cari).
Se il bicchiere può essere – almeno in tal senso – mezzo pieno, non mancano i rammarichi se si confronta quanto applicato in Italia con le best performance continentali. In Finlandia, ad esempio, per poter avere un mutuo è sufficiente pagare un tasso di interesse dell’1,99 per cento, con conseguente “taglio” delle rate del piano di ammortamento di circa 20 punti percentuali.
In Germania il tasso di interesse medio è pari al 2,92 per cento, mentre in Spagna si ferma al 3,06 per cento. Complessivamente, il tasso medio dell’Eurozona è del 3,35 per cento, 0,70 punti percentuali in meno di quello italiano, con rate più basse del 6,3%.