I tassi di interesse applicati sui mutui italiani sono tra i più elevati in ambito europeo. Come noto, e come più volte abbiamo anche recentemente analizzato, il costo del denaro applicato dalle banche italiane ai propri clienti è significativamente maggiore di quanto invece in essere in Francia, in Germania o in altri mercati del vecchio Continente. Ma a quanto ammonta la differenza tra i tassi applicati ai mutui italiani, e quelli che invece vengono applicati ai mutui stranieri?
A cercare di fornire una risposta puntuale è stata l’Adusbef, che in una ricerca congiunta con Federconsumatori ha sottolineato come nel corso del mese di ottobre lo spread tra i tassi applicati in Italia e quelli mediamente applicati in ambito comunitario sia stato pari a 139 punti base (cioè, 1,39 punti percentuali), mentre sui tassi dei prestiti personali era addirittura pari a 188 punti base (cioè, 1,88 punti percentuali).
Il dato di ottobre 2012, segnalano ancora le associazioni dei consumatori, risulta essere in netto peggioramento rispetto a quanto era stato possibile rilevare di questi tempi, un anno fa: a novembre 2011, infatti, lo spread sui tassi Italia – Ue per quanto concerne i mutui era pari a 67 punti base, mentre sui prestiti personali ammontava a 84 punti base (vedi anche Previsioni mutui 2013).
Ma i numeri di cui sopra in cosa si traducono in termini monetari? Il calcolo è presto detto, e sono ancora le due associazioni degli utenti dei servizi finanziari a farci una panoramica rapida ed esaustiva: per un mutuo di 100 mila euro, a 30 anni, il mutuatario italiano paga in media una rata mensile superiore di 72 euro rispetto agli altri mutuatari europei. Per un prestito personale di 30 mila euro a 10 anni, invece, gli italiani pagano una rata mensile di 5 euro più elevata rispetto alla media degli altri cittadini europei (vedi anche Sospensione pignoramenti).
Nelle prossime settimane, nuovi aggiornamenti sul tema. Continuate a seguirci!