Procedere all’esproprio di immobili i cui dati catastali non sono riportati in modo corretto si può. E’ quanto hanno deciso i giudici del Consiglio di Stato con una sentenza recentemente depositata. E se proprio si vuole avere la certezza di non andare incontro a situazioni ambigue, non resta che procedere all’aggiornamento catastale. Il Consiglio di Stato era stato sollecitato a pronunciarsi su una decisione del Tar Lazio. I giudici di Palazzo Spada hanno precisato che l’individuazione non puntuale del frazionamento delle particelle catastali espropriate non può essere considerata come elemento che inficia la procedura espropriativa.
In quei casi in cui l’indicazione sbagliata degli estremi degli immobili non implica incertezze, ci si trova di fronte a semplici errori materiali, dati che possono essere corretti in qualsiasi momento. Nella sentenza i giudici sottolineano che “l’inesatta individuazione del frazionamento delle particelle catastali interessate dall’espropriazione non inficia la legittimità della procedura espropriativa stessa”.
In particolare, la vicenda è nata a seguito del ricorso proposto in primo grado davanti al Tar Lazio dai proprietari dei terreni asserviti al vincolo di elettrodotto passivo perpetuo in favore di Enel SPA, linea 308 KV Forlì-Fano, che hanno impugnato il decreto impositivo della servitù emesso in il 5 aprile 1995 rilevando che non erano stati notificati gli atti riguardanti la pubblica utilità dell’opera. Il Consiglio di Stato ha così respinto l’appello condannando gli appellanti alle spese. Nella sentenza è stato deciso, infatti, che
gli appellanti devono essere condannati in solido al pagamento delle medesime in favore delle amministrazioni appellate e di Terna SPA in misura che appare congruo quantificare, avuto riguardo alla natura della controversia, in euro duemila (€ 2000/00) in favore delle amministrazioni statali appellate ed euro quattromila (€ 4000/00) in favore di Terna SPA, oltre accessori di legge, se dovuti.
Secondo i magistrati del Tar, il piano particolareggiato di esecuzione e l’elenco delle ditte esecutrici erano stati depositati in tempo utile. Una posizione, questa, confermata dal Consiglio di Stato che, respingendo il ricorso, ha rilevato come sia importante concentrare l’attenzione sulla necessità di aggiornamento dei dati catastali.