La legge contempla la possibilità di fare richiesta dell’anticipo della pensione ai fini dell’acquisto o della ristrutturazione della prima casa. E’ possibile richiedere fino al 75% di quanto maturato al momento della domanda. Una possibilità, questa, fornita a coloro i quali sono iscritti da almeno 8 anni al fondo. La domanda è: conviene chiedere l’anticipo?
Osservando la questione dal punto di vista economico, noteremo che il montante pensionistico dal quale in futuro il trattamento previdenziale maturerà viene abbattuto.
Dal punto di vista fiscale, l’importo è vincolato da una ritenuta pari al 23%. Una tassazione, dunque, salata.
L’operazione, tuttavia, presenta dei vantaggi rispetto alla prassi applicata in caso di richiesta di anticipazione del Tfr.
La tassazione, da ultimo, è tuttavia di gran lunga superiore se confrontata alla prassi in vigore al momento della fine del rapporto con il fondo.
Tirando le somme, coloro i quali scelgono di ricevere una parte della pensione integrativa (non più del 50%) vedranno il capitale tassato dal 15 al 9%. Una differenza, quest’ultima, che si basa sugli anni di iscrizione.
Occorre, poi, sottolineare che l’anticipo del fondo viene utilizzato sia per l’acquisto di un immobile esistente sia per l’acquisto di un immobile in costruzione. La richiesta è valida anche quando si è di fronte all’acquisto mediante una cooperativa.
Appare possibile acquistare, in virtù della richiesta di anticipo, un’abitazione all’estero godendo di questo ‘diritto’. In quest’ultimo caso sarà però fondamentale dimostrare che è all’estero che il beneficiario ha la sua residenza.
In rarissimi casi, inoltre, è prevista la concessione dell’anticipazione ai fini dell’acquisto di una quota sola dell’immobile. Parliamo dei casi in cui è il coniuge ad intestarsi una quota dell’abitazione in cui di fatto vive la coppia. Casi in cui, pertanto, l’abitazione si configura come quella principale.