Secondo una recente indagine compiuta dalla società londinese EC Harris, i costi di costruzione delle case, in Europa e negli Stati Uniti, starebbero gradualmente lievitando. Un incremento degli oneri di realizzazione delle proprietà immobiliari abitative che sembra essere sospinto principalmente dall’aumento dei costi per le materie prime utilizzate dai cantieri, in corso di apprezzamento in questa fase di crisi.
A loro volta, le crescite riscontrate nei prezzi delle materie prime sono determinate da una parziale scarsità nell’iter di reperimento, che pertanto provoca evidenti pressioni al rialzo nei costi dei materiali e, di conseguenza, un inasprimento per quelle società di costruzione che devono trovare un giusto ed equo bilanciamento tra i prezzi da applicare sul mercato e la necessità di mantenere adeguati livelli di redditività.
EC Harris sostiene in proposito che la situazione più difficile al mondo si concentrerebbe proprio in Europa, area dove sarebbero presenti otto delle dieci nazioni con i costi di realizzazione più salati del mondo. In cima a questa poco invidiabile classifica c’è la Svizzera, che detiene per il secondo anno consecutivo la palma del Paese con i più alti costi di costruzione, principalmente a causa dell’elevata onerosità delle risorse umane e della forza del franco svizzero.
In tal proposito, EC Harris sostiene che un metro quadro realizzato in Svizzera costerebbe il 25% in più rispetto alla Danimarca, la quale non è propriamente una nazione molto economica, trovandosi al secondo posto di questa speciale classifica.
Le uniche due nazioni non europee all’interno della lista della top ten dei Paesi più cari al mondo per quanto concerne i costi di realizzazione delle case sono l’Australia, che occupa il quarto posto insieme alla Francia e all’Irlanda, e il Canada, che chiude l’elenco in decima posizione. In India e in Cina i costi di realizzazione sono invece il 70% e il 55% inferiori di quelli britannici.