Secondo quanto affermato dall’Assofin, durante un intervento in commissione industria del Senato, nel corso del mese di settembre il flusso di nuovo credito al consumo avrebbe segnato una flessione del 19 per cento. Un dato che pertanto porta in netto peggioramento il dato medio dei primi 8 mesi, quando la diminuzione del credito era stato dell’11 per cento. Peggiore è la prestazione del credito immobiliare, che invece ha registrato una flessione del 57 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Assofin, l’Associazione del credito al consumo e immobiliare, ascoltata sul decreto legge sulla crescita, ha rilevato che “si tratta di numeri di estrema gravità sia per l’economia nel suo complesso sia più specificamente riferiti al settore che vede la crisi e la liquidazione di diversi operatori e rilevanti ricadute negative di carattere occupazionale”.
Per l’Associazione del credito al consumo e immobiliare, inoltre, “anche la qualità del credito subisce un significativo deterioramento; negli ultimi quattro anni le sofferenze dei crediti bancari alle famiglie sono passate dal 3.2 per cento al 6.2 per cento”.
Ancora, l’Associazione sta rilevando comunque che vi è una “tenuta del sistema” e che “il problema del sovra indebitamento non rappresenta una patologia diffusa” anche se chiede lo “stralcio integrale dell’articolo 18” che modifica le norme recentemente approvate sulla composizione delle crisi da sovra indebitamento e “l’inserimento della materia in un disegno di legge dedicato, da esaminare una volta che sia trascorso un congruo periodo di tempo per verificare l’efficacia della legge 3/2012, cosi’ da individuarne eventuali manchevolezze e fabbisogni emendativi”. In alternativa, l’Associazione propone una serie di ‘aggiustamenti’ dell’articolo (qui invevce il nostro approfondimento sulla oramai indispensabile presenza del garante sui mutui).
Il futuro del credito immobiliare figura pertanto esser contraddistinto da nuovi sentment negativi, con un 2013 che dovrebbe esser caratterizzato da un continuo segno negativo, con buona pace degli operatori di mercato. Nel 2014 potrebbero invece aprirsi dei margini di stabilità sull’andamento del comparto.