Dopo altri mercati europei, come la Spagna (pochi giorni fa abbiamo parlato dell’emergenza locale sfratti, e della sospensione mutui spagnoli) pure in Italia sono preannunciati forti incrementi nel numero degli sfratti. A “favorire” un simile approccio è la pressochè totale mancanza di una efficace politica abitativa del governo, in aggiunta alla critica pressione fiscale sulla casa, e in particolare sui contratti di locazione. Di conseguenza, le locazioni diventano sempre meno convenienti. Ad esserne convinto, e a denunciare tale contesto in una recente interviste rilasciata a Tempi, è il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani.
Secondo Fogliani “il mercato immobiliare è bloccato per il fatto che non ci sono più acquirenti. Oggi, infatti, nessuno compra, se non per necessità strette. Questo accade perché la tassazione è troppo elevata, a maggior ragione per chi apre un mutuo. Inoltre sono sempre meno gli acquisti di immobili per investimento e il motivo è sempre lo stesso: una tassazione abnorme. A questo si somma la sempre minore redditività della locazione”. Ne consegue che l’impiego abitativo è sempre meno conveniente: “I provvedimenti del governo contrari alla casa non si contano più. Ad essere penalizzati sono soprattutto i redditi da locazione: l’esecutivo Monti ha infatti portato dal 15 al 5 per cento la quota forfettaria di reddito che si può portare in deduzione. Ma è ridicolo: non capisco come si possa pensare che la quota di reddito spesa per l’affitto sia pari solo al 5 per cento”.
Nei prossimi mesi vige grandissima incertezza, ricorda Fogliani su Tempi. “Penso che gli affitti legali siano destinati a finire con le scadenze dei contratti. La tendenza poi sarà quella allo sfratto per morosità, in modo che i proprietari riescano a vendere, evitando che l’immobile occupato si svaluti. Prima invece situazioni di questo tipo erano tollerate più facilmente” – aggiunge infine il numero 1 di Confedilizia, per poi soffermarsi che “il problema è che non c’è nessuno che si occupa specificamente di politiche abitative. Costruire case che saranno pronte tra tre anni, per un’emergenza abitativa che è oggi, non serve a niente. Bisogna rilanciare l’affitto, che è già un’esigenza reale, soprattutto per gli studenti”.