vNel corso dei primi sei mesi del 2012 le compravendite di abitazioni nel Nord Italia sarebbero diminuite di un’entità particolarmente rilevante. In alcune aree della Penisola, come ad Asti e provincia, le transazioni sarebbero calate in maniera gravissima, con un passo indietro di oltre 40 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A sostenerlo è l’Agenzia del Territorio nel suo periodico monitoraggio, cui la Stampa ha dedicato ampio spazio per cercare di riassumere l’evoluzione dell’immobiliare della macro area.
“L’analisi dell’osservatorio dell’Agenzia del territorio parla, per la prima volta, di un vero e proprio «crollo» del mercato. Il termine si traduce in 258 rogiti in meno nel primo semestre di quest’anno (377 compravendite contro le 635 dello stesso periodo del 2011) nel territorio provinciale” – dichiara il quotidiano torinese – “Ad Asti, si è passati dalle 294 case vendute nei primi sei mesi del 2010 alle 154 di quest’anno (l’anno scorso erano 270). Sebbene in due anni le vendite nel capoluogo si siano dimezzate, i prezzi delle case sono rimasti gli stessi (quotazioni da 2.800 a 4.200 euro al metro quadrato nella zona centrale)”.
“I proprietari non hanno ridimensionato le loro aspettative di rendita” – conferma in merito il presidente provinciale Fiaip (Federazione italiana degli agenti immobiliari), Rino Eupizi, sulle pagine dello stesso giornali – “piuttosto aspettano che il mercato riprenda a muoversi. Il problema è che i possibili acquirenti non riescono più ad accedere ai mutui bancari, perchè quasi sempre, se hanno un contratto, questo è a tempo determinato e non offre garanzie a lungo termine. Ad Asti la situazione è più critica che altrove, perchè oramai non esiste più una realtà industriale degna di essere definita tale. Le grosse aziende hanno chiuso, creando un vuoto lavorativo difficile da colmare”.
La crisi del settore residenziale ha inoltre trascinato in ribasso le vendite di box auto e commerciale, pur tenendo a galla quello delle locazioni.