Il mercato immobiliare francese non riesce a uscire dalla lunga fase di crisi nella quale è da tempo caduto. E, salvo poche eccezioni (principalmente legate alle principali aree urbane metropolitane), è probabile che nel 2013 possa essere portato in prolungamento l’andamento negativo nel volume delle vendite e nelle quotazioni immobiliari. Vediamo dunque quali sono i numeri in grado di fotografare nel migliore dei modi il real estate transalpino.
Il primo numero che emerge è certamente il crollo delle vendite, che nel corso del 2012 hanno dato vita a un passo indietro pari al 28 per cento. Dati che stanno facendo ripiombare la Francia nelle parti più difficili della loro vita immobiliare, fin troppo simili a quelle già sperimentate nella metà degli anni Novanta.
“il rischio di vedere il settore al centro di un vero disastro industriale e sociale è grande” – commentava in proposito François Payelle, presidente della Fédération des promoteurs immobiliers (FPI)., che commentava altresì come i dati di vendita parlino di compravendite fermatesi a quota 73.700 unità nel corso del 2012 (-28% rispetto al 2011) per “il più basso livello dal 1996”, e purtroppo in grado di potersi condurre in ulteriore peggioramento nel corso del 2013 (vedi anche Mutui casa Francia in forte calo).
La lunga fase decrescente del mercato immobiliare francese è pertanto ben lungi dall’arrestarsi. Dopo i picchi di 180 mila compravendite raggiunti sulla fine degli anni Settanta, infatti, le vendite hanno toccato il loro minimo storico nel 1992 (62.280 unità) e nel 1995 (62.882 unità).
Ma quali le cause di questa crisi? Gli operatori non sembrano avere grandi dubbi, e indicano l’assenza di fondi pubblici, la fiscalità inadeguata, il progressivo inasprimento dei criteri di accesso ai prestiti finalizzati all’acquisto da parte delle banche quali cause fondamentali del crollo del mattone francese.
Migliore la situazione a Parigi, dove la domanda locale e straniera è sempre piuttosto dinamica (vedi anche Tasse sugli immobili – Europa).