Per chi vive in affitto, e rischia lo sfratto, il Decreto Milleproroghe, approvato nei giorni scorsi dal Governo, non ha portato di certo buone notizie. Il provvedimento, infatti, è stato licenziato dall’Esecutivo senza alcuna norma di proroga del blocco degli sfratti in scadenza per la fine del corrente anno, ragion per cui allo stato attuale il rischio è che a carico di molte famiglie, a partire da quelle più deboli dove ci sono anziani e persone diversamente abili, scattino le procedure esecutive. Secondo il sindacato inquilini della CISL, il Sicet, per voce del Segretario Generale, Guido Piran, trattasi di una scelta inspiegabile da parte del Governo visto che il blocco degli sfratti rappresenta una misura che a carico dello Stato non ha dei costi.
Quindi, la mancata proroga del blocco degli sfratti non può essere correlata alla situazione congiunturale e/o all’assenza di una copertura finanziaria, ragion per cui il Sicet auspica che in sede di approvazione parlamentare del Decreto Milleproroghe venga inserito un apposito emendamento che non solo sposti al 31 dicembre del 2011 l’esecutività degli sfratti, ma anche che provveda ad allargare le tutele in merito alla morosità incolpevole.
A causa della crisi finanziaria ed economica, infatti, sono in aumento le famiglie che, per effetto della caduta dei redditi, non riescono più a far fronte al pagamento puntuale del canone di locazione; inoltre, non aiutano sia i prezzi sul mercato libero, spesso stellari a partire dalle grandi città, sia provvedimenti come la cedolare secca sugli affitti che non appare in grado di calmierare a livello nazionale i canoni di locazione.
Anche per questo, secondo il Segretario Generale del Sicet Guido Piran, la proroga del blocco degli sfratti per un altro anno rappresenta un atto dovuto visto che, tra l’altro, misure come il Piano Casa nazionale non hanno prodotto gli effetti sperati in termini di aumento dell’offerta di alloggi a prezzi calmierati. Senza il blocco degli sfratti, ed in assenza di un’incisiva politica di edilizia pubblica residenziale, infatti, a finire per strada senza un tetto rischiano di essere tante famiglie numerose, con figli a carico, ma anche famiglie con redditi bassi e/o con all’interno del nucleo persone che versano in condizioni di non autosufficienza.