Martoriato da una crisi che non sembra poter garantire una fine in tempi rapidi, il mercato immobiliare italiano può comunque esser supportato da livelli di fiducia che non hanno toccato ancora il fondo, e che sembrano resistere al duro impatto delle criticità locali e internazionali. A confermarlo, una recentissima ricerca compiuta poche settimane fa, che denota un mantenimento dei livelli di fiducia da parte dei principali operatori di settore.
“Gli addetti ai lavori sembrano rimandare un’opinione sul futuro andamento del mercato a giornate di maggiore visibilità e la fiducia nel mattone resta stabile” – dichiarava pochi giorni fa il magazine Casa 24, de Il Sole 24 Ore in tal proposito, evidenziando come l’indice rappresentativo Fiups sia passato, alla fine del primo quadrimestre, da 16,70 punti a 16,92 punti, con un lieve miglioramento che fa ben sperare per una tenuta più solida in futuro.
“A livello geografico” – prosegue ancora l’elaborazione della ricerca, come riportato dal magazine – “ le aspettative degli operatori sono migliori per il Centro e il Sud Italia proprio in quest’area ci sono le migliori opportunità di investimento sia nel settore residenziale (per il 34% degli intervistati), nel commerciale (31,91%) e nell’alberghiero (21,28%). Se analizziamo le opinioni relative alle grandi città, Roma batte le altre province italiane per investimenti su case e alberghi ed è seconda solo a Milano per gli uffici”.
Per quanto riguarda il polso della situazione relativo agli operatori di settore, un po’ meno della metà del campione si aspetta che l’attività rimanga stabile, mentre ben il 59% dichiara l’intenzione di non assumere alcun nuovo personale. Elevata anche la percentuale di coloro che intendono introdurre innovazioni nella propria impresa, introducendo prevalentemente nuove linee di business.
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“Analizzando tre fattori che indicano l’andamento delle compravendite, i prezzi, i tempi medi, lo sconto praticato, emergono aspettative di contrazione, soprattutto con riferimento al comparto industriale e terziario. Tra i dati emersi dall’indagine, il fatto che il 44,16% degli intervistati nei prossimi 12 mesi lo sconto di prezzo sulle abitazioni sarà alto rispetto al prezzo di partenza, mentre il 32,5% prevede una forte crescita dei tempi di compravendita sull’industriale” – conclude infine il quotidiano.