La formazione del mercato immobiliare italiana non è scarsa, ma è pur sempre molto indietro rispetto ai più evoluti mercati anglosssoni. Ad affermarlo è una recente ricerca condotta sul territorio nazionale, anticamera della necessità di creare, all’interno di Assoimmobiliare, una commissione ad hoc che inizierà a lavorare insieme agli istituti che già oggi organizzano master e corsi per il settore. A spiegarcelo, dalle pagine de Il Sole 24 Ore, è Mauro Miccio, docente dell’Università di Roma Tre, e membro del gruppo di lavoro sopra anticipato.
“Vogliamo che si creino percorsi formativi sempre più in linea con le richieste delle aziende (…) Per troppo tempo le imprese si sono avvalse di specialisti in varie materie, dagli ingegneri agli avvocati, che seguivano solo le parti di loro competenza dei vari progetti. Ora servono figure ben preparate ma trasversali, non più prestate al settore, ma specializzate nel real estate” – dichiara Miccio sull’edizione online del quotidiano – “I migliori profili in circolazione sono architetti o ingegneri, che poi si sono specializzati ad esempio nella finanza immobiliare” – aggiunge invece Federico Chiavazza, docente di finanza e immobiliare e coordinatore del master in real estate presso la Sda Bocconi di Milano (vedi anche come diventare manager immobili con un corso on line).
Ne consegue un rapido focus su quelli che possono essere considerati i segmenti a maggior tasso di richiesta di preparazione e, pertanto, di far carriera. “Secondo me sono due: il marketing e la gestione” – afferma il professore – “Il marketing è fondamentale per la vendita. Quando il mercato tirava tutti si sentivano ottimi venditori senza alcun titolo, ma oggi non si può più improvvisare. La concorrenza è tanta e i costruttori fanno attenzione all’agenzia cui affidarsi. A seconda del prodotto da piazzare può servire un network nazionale, un’agenzia locale o un singolo professionista”. Invece, “nel risparmio siamo abituati ad avere un gestore che muove e cerca di far rendere un intero portafoglio di titoli affidato dal cliente. Nel real estate, invece, troppo spesso i fondi sono grandi piattaforme dove vanno a confluire immobili diversi e separati, senza che nessuno sappia gestirli davvero come un portafoglio unitario”.