Avere un contratto per uno studente fuori sede è importante ai fini fiscali, ai fini della borsa di studio, oltre al fatto che ci s’inserisce così in un circuito virtuoso e legale. E questo, anche se siamo ad agosto, è il periodo caldo degli studenti.
Gli studenti sono invitati a fare una richiesta di contratto, a mettere da parte i soldi per una caparra corposa, specie se si rivolgono ad un’agenzia, al fine di avere poi una situazione legale e standardizzata. Questa la fotografia, i consigli e le raccomandazioni che rivolge loro Immobiliare.it dov’è possibile ricercare soluzioni per gli studenti.
Gli universitari, o chiunque nella vita sia stato uno studente fuorisede, sanno bene che questo è il periodo più caldo non solo per chi si gode ancora le ferie estive, ma anche per chi è alle prese con la ricerca di una stanza nella città in cui si trova il proprio ateneo. Ma i problemi da fronteggiare per chi è indaffarato tra gli annunci non sono solo economici, visti gli affitti spesso stellari.
Come tutti gli anni gli occhi delle forze dell’ordine, ma anche delle varie associazioni studentesche e cittadine, sono puntati sul tema purtroppo ancora attualissimo degli affitti in nero. Una vera e propria piaga per tutte le cittadine universitarie, anche le più prestigiose come Bologna. Sì perché il quotidiano Il Resto del Carlino ha deciso di mettere alla prova il sistema di affitto delle stanze in città e ha usato un misterioso studente per fare qualche telefonata test.
Chi è allenato, in realtà, dovrebbe saper subito distinguere un annuncio serio, da uno per cui molto probabilmente si riscuoterà il canone in nero. Tante volte, infatti, soprattutto se appesi in giro sui muri, i foglietti attaccati contengono solo la tipologia di stanza (doppia o singola), il prezzo e forse la zona. Provando a chiamare e portando il discorso sul tema bollente “contratto”, le mistery calls hanno registrato delle esilaranti risposte: da no secchissimi, a “non mi sono ancora organizzato per stipularne uno”, a “vorrei che continuasse ad apparire solo il mio nome sul contratto”. Sì perché, come denunciano dal quotidiano, sono molti i casi in cui l’inquilino più “longevo” pubblica l’annuncio per le altre stanze della casa gonfiando i prezzi per poterci anche guadagnare. Nemmeno a dirlo, il metodo di pagamento prediletto dai disonesti è il cash, “bonifico” è quasi una parola tabù.