La marea nera del Golfo del Messico costerà oltre 50 mila dollari ad ogni proprietario immobiliare che intendesse rivendere la propria casa.
Nell’attesa di analizzare attentamente in che modo verranno risolti i guai – a lungo termine – dell’impianto della British Petroleum, il settore immobiliare dell’area del Golfo del Messico inizia a fare la conta dei danni provocati dalla “marea nera” che da settimane continua a produrre ingenti danni alle zone costiere, e non solo relativamente al più ristretto segmento delle seconde case e delle case turistiche.
Secondo un recentissimo report curato da CoreLogic, ad esempio, le proprietà immobiliari ad uso abitativo che si affacciano sul Golfo del Messico potrebbero aver subito ognuna una perdita di circa 56 mila dollari in virtù delle conseguenze negative prodotte dalla rottura dell’impianto petrolifero della BP, che ne avrebbe minato le possibilità di accesso al mare, e il panorama di quella che un tempo era un’area maggiormente ambita.
In particolare, ad aver subito le perdite più rilevanti sarebbero state le case di tre aree urbane individuate con meticolosità da CoreLogic: il “record” dei deprezzamenti dei valori commerciali delle case costiere spetterebbe a Gulfport, nel Mississippi, che subirà nel corso dei prossimi mesi i declini maggiori; male anche l’evoluzione degli scenari a Mobile, nell’Alabama, e a Pensacola, in Florida.
CoreLogic ha inoltre stimato quale possa essere il danno complessivamente prodotto al real estate dell’intera area direttamente o indirettamente minacciata dalla marea nera: secondo la compagnia, il danno immediato per il 2010 sarà pari a 648 milioni di dollari; più preoccupante è tuttavia analizzare la durata di queste conseguenze negative, che interesserà almeno i prossimi tre anni, per un danno totale di oltre 3 miliardi di dollari.
I dati previsionali sono tuttavia ben lungi dal poter essere considerati con grande attendibilità. Secondo quanto confermato da CoreLogic dipenderà non solamente dai luoghi nei quali il petrolio potrà arrivare (e, pertanto, molto dipenderà dall’evoluzione delle correnti marine), ma anche dal comportamento delle persone, che potrebbero essere indotte a spostare le loro attenzioni su altri lidi, generando turbolenze tra le proprietà commerciali in essere.
Sempre secondo CoreLogic, ad essere interessate dalla marea nera sarebbero oltre 600 mila proprietà immobiliari, dislocate dalle coste dell’Alabama a quelle della Florida. Intanto, partono le prime richieste di risarcimento dei danni: seguiremo con attenzione le prossime puntate della vicenda.