La Grecia vende alcuni dei suoi immobili all’estero, con l’obiettivo di fare cassa e rimpinguare lo scarso tesoretto statale. A finire sul mercato sono, in particolare, sei immobili di pregio detenuti fuori dai confini nazionali, tra cui una casa vittoriana a Londra, che il governo greco vorrebbe vendere almeno a 22 milioni di sterline: una casa che era residenza del console greco in territorio britannico, e che farà compagnia alle altre vendite, a Bruxelles, Belgrado e non solo.
“La Grecia, che si è impegnata a incassare 11,1 miliardi di euro dalla vendita di beni entro il 2016 dalle privatizzazioni per soddisfare le condizioni legate al secondo piano di aiuti internazionali, ha finora raccolto “solo” 1,8 miliardi di euro, scatenando le feroci critiche dei funzionari della troika che accusano il governo di non muoversi abbastanza velocemente” – ricordava Il Sole 24 Ore in proposito, sottolineando pertanto come il processo di dismissione subirà probabilmente una rapida accelerazione proprio in virtù della tirata d’orecchi subita.
D’altronde, è noto come la vendita di beni immobili di proprietà statale costituisca circa i tre quarti dei proventi attesi dalle privatizzazioni di beni pubblici, che potrebbero essere utilizzati nel breve e medio termine per migliorare le finanze elleniche (vedi anche Crisi immobiliare Grecia 2012).
Oltre al bene già ricordato, verranno posti sul mercato un territorio di 8 mila metri quadri a Nicosia, in Cipro, a 5 milioni di euro, un edificio di otto piani destinato a uffici a Bruxelles con un prezzo minimo di offerta di 3,3 milioni di euro; e quattro piani a Belgrado per un minimo di 2 milioni di euro.
Fiore all’occhiello sarà pertanto la struttura londinese, un vecchi edificio di più di 115 anni fa, esteso su quasi 1.000 metri quadrati. L’area si trova in uno dei quartieri più esclusivi del Regno Unito, con quotazioni molto elevate (vedi anche Seconda casa in Grecia). Ma basterà per ridare un pò di serenità ai piani ellenici?