Hong Kong: gli analisti si dividono tra chi prevede scoppi di bolle immobiliari, e chi invece punta sulla prosecuzione nel medio termine di questo straordinario ritmo di crescita dei prezzi.
Per l’executive director di Cheung Kong, il mercato immobiliare di Hong Kong sarebbe cresciuto troppo rapidamente nel corso degli scorsi anni: di conseguenza, gli operatori dovrebbero fare grande cautela nel porre in essere comportamenti con accezioni speculative e, in particolar modo, i compratori dovrebbero tenere in considerazione il pericolo dell’esplosione di una bolla nel settore ora considerato.
Il manager di Cheung Kong – Justin Chiu – intervistato dalla televisione di Bloomberg ha infatti definito come “un po’ insolito” questo incremento dei prezzi immobiliari, affermando che entro breve “dovrebbe esserci una correzione” dei valori delle proprietà ad uso abitativo nell’area in oggetto di approfondimento.
Nel corso del 2009, infatti, mentre mezzo mondo faceva i conti con la crisi economica e la conseguente depressione dei mercati real estate, Hong Kong poteva riscontrare una crescita dei prezzi delle case pari al 29%: a trascinare verso l’alto i valori immobiliari abitativi, hanno contribuito da una parte un basso livello dei tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento immobiliare e, dall’altra, un corposo andamento delle transazioni di acquisto ad opera di investitori cinesi.
In seguito a quanto sopra, la metropoli starebbe fronteggiando un serio rischio dell’ulteriore formazione di una bolla speculativa, favorita ora da una discreta liquidità impiegabile nella zona.
A tal proposito, tuttavia, un’analisi della Midland Holdings ricorda come i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo siano ora quasi il 50% inferiori ai record raggiunti nel 1997 e come pertanto sia troppo presto per parlare di bolle speculative in proposito al mercato real estate di Hong Kong.
E’ però vero, d’altro canto, che nel secondo semestre dello scorso anno i prezzi delle case della metropoli sono cresciute di circa il 40%: un rendimento che – stando all’opinione diffusa e prevalente degli analisti – gli operatori non dovrebbero riscontrare nel corso del primo semestre del 2010.