Buone notizie per chi crede nelle energie alternative quale futura primaria fonte di approvvigionamento. Secondo l’I-com, l’Istituto per la Competività il fotovoltaico può rilanciare l’economia italiana. Si è arrivati a queste conclusioni nel corso del convegno “Sole a levante o a ponente? Le prospettive di sviluppo del settore fotovoltaico in Italia alla prova della politica“, che si è svolto ieri alla Camera dei Deputati di Roma.
Ma anche rimanendo nel presente le notizie buone ci sono, il fotovoltaico in Italia ha chiuso il 2009 con un raddoppio rispetto al 2008 e con oltre 900 megawatt di impianti che possono ricevere sussidi del conto energia messo a disposizione dal governo. Nel luglio del 2010 però scadrà il periodo in cui i sussidi saranno erogabili. Il grande interesse che il Governo sta mettendo nell’energia Nucleare, sembra che stia togliendo interesse alle rinnovabili e in particolare al fotovoltaico.
Ma torniamo all’incontro di ieri alla camera. Il fotovoltaico potrebbe portare nel 2020 22 miliardi di euro in valore aggiunto e 45 mila nuovi posti di lavoro. 8000 Megawatt verranno prodotti entro il 2020: 100 MW dovrebbero arrivare dalla nuova tecnologia del solare a concentrazione inventata da Carlo Rubbia.
L’obbiettivo di arrivare a una potenza installata di 9 GW di impianti fotovoltaici entro il 2020 è realista, ma ben poca cosa se pensiamo che in germania sono già 6 GW. Per creare e gestire i nuovi impianti in Italia ci vorranno 29 miliardi di euro, con un impatto complessivo sul sistema economico di circa 65 miliardi di euro e quindi quei 22 miliardi di euro di valore aggiunto sull’economia del paese di cui vi parlavamo prima.
Lo sviluppo del fotovoltaico porterà benefici anche nelle casse dello stato. Le entrate fiscali per il periodo di riferimento arriveranno a 6,6 miliardi di euro, tra redditi derivanti da lavoro e redditi d’impresa.
Naturalmente il solare riduce l’impatto sull’ambiente e si risparmieranno circa 2,4 – 3,3 miliardi di euro, diminuendo le emissioni di CO2.
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