L’onda lunga della crisi immobiliare, partita dagli Stati Uniti e propagatasi in Europa a seguito dello scoppio della bolla dei mutui subprime, sta lasciando ancora il segno anche nel nostro Paese. Non a caso, in accordo con quanto reso noto e rivelato dall’Adusbef e dalla Federconsumatori, l’avventurismo finanziario delle banche degli ultimi tre anni lo stanno pagando a caro prezzo i cittadini visto che anche nel 2010, con un +31,8%, ad aumentare in maniera preoccupante saranno i pignoramenti immobiliari.
Ma come mai sta succedendo tutto ciò? Ebbene, secondo l’Associazione degli Utenti Bancari e quella dei Consumatori tutto questo sta succedendo proprio a causa delle operazioni e delle decisioni dei banchieri che hanno portato gli Istituti di credito a spacciare derivati avariati ed a creare denaro dal nulla.
Come diretta conseguenza, con ben 150 mila case all’asta, nel nostro Paese i pignoramenti hanno fatto registrare un’impennata pari a quasi il 70% dal 2008 al 2010, ovverosia negli anni in corrispondenza dei quali la crisi finanziaria, scoppiata nella seconda metà del 2007, ha lasciato il segno sul mondo produttivo, sul lavoro e sui bilanci delle famiglie.
Secondo l’Adusbef e la Federconsumatori, al fine di uscire da questa situazione drammatica, è necessario attenuare gli effetti nefasti a carico delle famiglie; questo, nello specifico, può avvenire mettendo a punto con urgenza un Decreto “salva-famiglie” che restituisca potere d’acquisto e che dia ossigeno ai cittadini.
In particolare, secondo le due Associazioni servono sgravi fiscali a favore dei nuclei familiari pari ad almeno 1.500 euro annui, a partire dalle fasce della popolazione più deboli come quelle famiglie dove i licenziamenti e la cassa integrazione hanno lasciato il segno. Si tratterebbe di una misura di equità e di giustizia visto che non sono stati i banchieri a pagare il prezzo della crisi; anzi, molto spesso si sono portati a casa lauti bonus e stock option.