Nei prossimi giorni in Parlamento, dopo l’esame da parte delle Commissioni preposte, partirà la discussione del Decreto legato alla nuova manovra finanziaria da 45 miliardi di euro varata nello scorso weekend dal Consiglio dei Ministri. L’attuale Governo di centrodestra è orientato a non porre la fiducia, ragion per cui è molto probabile che passeranno parecchi emendamenti che apporteranno modifiche al Testo. Al momento dalla manovra è rimasta fuori la casa, ma non è detto che non arrivino novità di rilievo in merito visto che, anche all’interno della maggioranza stessa, ci sono dissidi riguardo a nuovi e pesanti tagli ai trasferimenti ai Comuni ed alle Regioni.
Ad esempio, con la sua “manovra alternativa”, il Partito Democratico guidato da Bersani propone invece di colpire i grandi e medi patrimoni immobiliari, in modo tale che a dare di più in questo momento difficile siano effettivamente coloro che possiedono di più. E chiaramente se un cittadino possiede dieci immobili, e magari quasi tutti in locazione, è chiaro che può contribuire alla causa senza che si vada sostanzialmente ad intaccare il suo tenore di vita.
Il PD, da sempre, chiede più tracciabilità, e non a caso una delle proposte della “contromanovra” prevede l’obbligo, con sanzioni in caso di inadempimento, di inserire in dichiarazione dei redditi, quindi ogni anno, quello che è tutto il patrimonio posseduto. Ma il Partito Democratico, proprio per i medi e grandi patrimoni immobiliari, chiede anche l’introduzione di un’imposta ordinaria che sia caratterizzata da una forte progressività, ma anche da una larga fascia di esenzione. Inoltre, al fine di rientrare dal deficit, il partito di Bersani chiede anche un piano quinquennale di dismissione degli immobili pubblici che ogni anno possono fruttare svariati miliardi di euro. Tra le altre modifiche allo studio sulla manovra ci sono quelle relative al possibile aumento dell’Iva e/o interventi sulle pensioni di anzianità.