In Italia il 42,6% dei giovani non ha alcun patrimonio immobiliare. A rilevarlo è stato il Censis ed Unipol in accordo con un Rapporto dal titolo “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali“, da cui è altresì emerso come solamente il 20% circa delle famiglie giovani possa quantomeno contare sulla prima casa ad uso residenziale. Di contro, a conferma di una fragilità patrimoniale a livello giovanile che è a dir poco dilagante, c’è un 40% di famiglie giovani che, quasi sempre per necessità e non per scelta, vive in una casa in affitto. Il tutto a fronte di un altro 16% circa che si arrangia vivendo nella casa di un parente, mentre solo l’1 delle famiglie giovani accede con canoni agevolati a case in affitto da parte di enti.
Le condizioni di vita dei giovani, ed in particolare delle giovani coppie, sono caratterizzate in media da un tenore che è spesso di gran lunga più basso rispetto ai loro padri. L’accesso ad un mutuo è diventato più difficile per diverse ragioni, tra cui quella legata al lavoro. Se in passato il padre aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ad oggi molte giovani coppie si sposano o, comunque, vanno a vivere insieme con contratti co.co.pro., ovverosia di collaborazione coordinata e continuativa a progetto, o a tempo determinato quando va bene.
Di riflesso, non solo spesso le famiglie giovani hanno zero patrimonio immobiliare, ma non riescono neanche a risparmiare con tutto quel che ne consegue poi nel momento in cui si raggiungerà l’età pensionabile. Con il sistema contributivo, e con contratti di lavoro a singhiozzo, è lecito attendersi che le pensioni saranno magre, molto magre. Così come tra 15-20 anni in Italia, di questo passo, ci saranno coppie di 45-55-enni che non avranno mai potuto avere nella loro vita la possibilità economica di acquistare un immobile.