Lo stato di salute del mercato dell’edilizia di Arezzo è più che deteriorato. A confermarlo, dalle pagine di Arezzo Notizie, è Giuseppe Fabozzi, presidente della Sezione Ance di Confindustria Arezzo che, sulla base dei dati pubblicati a livello nazionale dall’Istat, si è soffermato sull’andamento generale del settore costruzioni, soffermandosi sui dati del mercato immobiliare e sui prezzi delle abitazioni. Vediamo allora quali sono le principali dichiarazioni da parte del presidente Ance di Arezzo.
“I dati pubblicati dall’Istat riguardano i prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento” – afferma Fabozzi dalle pagine di Arezzo Notizie – “Gli indici pubblicati si riferiscono al periodo compreso tra il primo trimestre 2010 e il secondo trimestre 2012 e registra, nel secondo trimestre 2012 una flessione dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – spiega Fabozzi- l’indice di prezzo delle abitazioni esistenti ha subito una flessione del 2,8%, mentre l’indice di prezzo delle abitazioni di nuova realizzazione è aumentato del 6,4%. Analogo andamento si conferma nel secondo trimestre: -3,6% per le abitazioni esistenti e +2,8% per le nuove abitazioni, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Anche i dati dell’Istat, quindi, confermano, quanto più volte abbiamo affermato, che in Italia non vi sono i segnali per una bolla immobiliare nel settore residenziale contrariamente a quanto è avvenuto, e sta avvenendo, in altri Paesi, europei e non la tenuta dei prezzi delle nuove abitazioni compravendute, caratterizzate da standard qualitativi più elevati, conferma inoltre l’importanza della qualità del costruito anche legata agli aspetti energetici”.
Contemporaneo alla flessione dei prezzi è anche il crollo delle vendite che, anche nella provincia di Arezzo, è stato evidenziato in maniera consistente. “I passaggi di proprietà nel capoluogo nel corso dell’ultimo trimestre sono stati solo 177 (dati Agenzia del Territorio).” – afferma ancora Arezzo Notizia. “Sono dati che confermano gli allarmi da noi lanciati ormai da troppo tempo senza
trovare alcun riscontro in concrete azioni di rilancio. Le imprese sono calate a meno di 7.000 nei primi sette mesi del 2012 rispetto alle oltre 8.000 operanti nel 2010, già in piena crisi” – ha dichiarato Fabozzi “i lavoratori iscritti sono poco meno di 27.000 in continuo e costante calo: erano più di 40.000 nel 2008. Altrettanto robusto è il calo delle ore lavorate, sceso a poco più di 3,3 milioni rispetto agli oltre 5 milioni del 2008. La crisi del settore nei primi sette mesi del 2012 si è accentuata: le imprese calano rispetto al 2009 di quasi l’8%, i lavoratori di più del 12%, mentre le ore lavorate si contraggono di quasi il 16%”.